La denuncia di Cappelletto «Il governo fa solo confusione»

I negozi sono stati più gettonati rispetto allo scorso sabato ma le attività speravano che i limiti di spostamento fossero aboliti da oggi
ARTICO . AG.FOTOFILM . TREVISO . SALDI, GENTE IN CITTA', IN FOTO LOREDANA E SARA
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treviso

Tanta la voglia di normalità, che qualcuno ieri, per il primo giorno di saldi veri e propri e non promozioni camuffate, è arrivato anche da fuori città e persino comune, come se la “zona arancio” fosse solo un lontano ricordo. Quando, invece, è ancora in vigore. Almeno fino ad oggi a mezzanotte. I negozi ci provano, visto come è andata finora la stagione. E così, le scritte “promozioni” e “vendite straordinarie” sono state tutte cambiate in “saldi” di fine stagione, anche se i giorni della Merla non sono ancora finiti. La speranza, per tutti, era che almeno oggi fossero consentiti gli spostamenti tra comuni, che avrebbero fatto la differenza sugli “scontrini”. Un po’ di delusione, invece, c’è stata. Anche se al mattino, i negozi hanno lavorato bene. «C’era parecchia gente, soprattutto fino all’ora di pranzo» spiegano da Lush, uno dei negozi più gettonati da giovani e meno «tanto che abbiamo già finito alcuni prodotti in vendita». «Ci aspettavamo poca gente invece ce n’è di più del previsto» spiega Alberto Cappelletto dell’omonimo noto negozio di calzature di piazza dei Signori «ma siamo sfibrati e snervati per colpa del Governo. Non puoi dirmi il venerdì sera che la zona gialla non parte domenica ma parte il lunedì. Noi ci eravamo organizzati, avevamo chiesto di lavorare a delle ragazze, aumentando il personale, adesso dovremo dir loro di stare a casa. Chi manda avanti una attività deve organizzarsi, io ho la merce qui, ma i bar e i locali come fanno? La verità è che a Roma non hanno mai lavorato, non sanno cosa significhi pianificare un’attività imprenditoriale, sono furioso. È venuta una donna del Veneto Orientale, mi ha detto che non ne poteva più». Aggiunge: «Per carità, ho fatturato la metà, ma è comunque il doppio dei colleghi di Bolzano e Milano, che hanno la polvere nei negozi, quindi cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno». Cosa vi aspettate dai saldi? Ci riflette un attimo. Poi risponde: «Aspettiamo la salute e un governo di unità nazionale con un ministro che sappia dove vive». In via Calmaggiore, ieri mattina, di gente ce n’era eccome. E non guardava solo le vetrine. Ma acquistava. Forse non basterà per risollevare il commercio cittadino, ma è un inizio. «Mi tiro su il morale con un po’ di shopping» spiega Lisa, che attende fuori da Sephora «bisogna anche pensare a quello, altrimenti non è che ci rimanga poi molto». Rispetto al mattino, nel pomeriggio in giro c’era un po’ meno gente, ma sempre tutt’altra partita rispetto allo scorso fine settimana. Il presidente di Federmoda Treviso, Guido Pomini, sta alla finestra: «Si vive di incertezza e speranza. Sicuramente lavorare un giorno in più non avrebbe fatto male. Da lunedì c’è la possibilità di muoversi con più libertà, speriamo che si vada in meglio». «Non c’è stata la partenza col botto» commenta Giannino Gabriel vicepresidente neoeletto nazionale di Federmoda «Adesso ci attendiamo che rientrando in zona gialla le cose cambino e ci sia una svolta in positivo, altrimenti è una tragedia. Servono sostegni per il credito d'imposta sulle rimanenze dei magazzini». —



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