La cittadinanza onoraria alla Divisione Vittorio Veneto

Nel corso della cerimonia del 4 novembre il generale Lamanna ha ricordato l’importanza dell’unità nazionale «così comè». Premiati due militari coraggiosi

VITTORIO VENETO. L’unità d’Italia, «così com’è», per meglio implementare i valori della pace, della solidarietà, anzi della fratellanza e dell’uguaglianza. E il caloroso appello del generale Carlo Lamanna, comandante della “Divisione Vittorio Veneto”. Divisione che ieri, in occasione della celebrazione del IV Novembre, ha ricevuto dalle mani del sindaco Antonio Miatto la cittadinanza onoraria. La cerimonia è avvenuta in piazza del Popolo, perimetrata da una folla che ha sfidato la mattinata di maltempo. C’erano un po’ tutti sul palco, la nuova amministrazione con numerosi rappresentanti di quella precedente, con l’ex sindaco Roberto Tonon e l’ex assessore Barbara De Nardi, l’europarlamentare Toni Da Re, consiglieri regionali e provinciali, il vescovo mons. Corrado Pizziolo. Una celebrazione nient’affatto scontata, anzi resa più pregnante – come ha sottolineato il sindaco Miatto – dalla presenza delle scolaresche e degli studenti. «La memoria della Grande Guerra è uno dei segni distintivi della città – ha specificato -. Sia il legame con la storia sia quello nei confronti dell’esercito vengono percepiti come essenziali dai cittadini di Vittorio Veneto anche per conoscere a fondo le proprie radici». Il comandante Lamanna ha incoraggiato i vittoriesi ad essere orgogliosi di questa Divisione che porta la denominazione della città – quasi un’eredità dei comandi di Corpo d’Armata e del I° Fod - perché questa «è una grande Unità Operativa dell’esercito italiano dispiegata su una vasta parte del territorio del Centro e del Nord Italia, inglobando sotto la sua Area di impiego ben 4 brigate». Si chiamava “Divisione Friuli”, in precedenza; è stata rinominata “Vittorio Veneto” il 1 luglio scorso e «con questa ridenominazione – ha ricordato il generale Lamanna - tutti gli uomini e le donne effettivi ad essa sono stati direttamente nominati custodi del significato che il nome Vittorio Veneto porta con sé ed orgogliosi eredi di tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patri e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi». Rivolgendosi ai giovani presenti, soprattutto gli studenti, il comandante li ha invitati non solo a ricordare quanto successe 101 anni fa, ma a «toccare con lo spirito e vivere con il cuore quei difficili frangenti nei quali maturarono i valori etici sui cui si basa la società contemporanea: il valore assoluto della pace, dell’uguaglianza, della fratellanza e della solidarietà». Al termine della cerimonia sono stati premiati due soldati che si sono distinti per atti di coraggio. Si tratta del sergente Matteo Tavian, in forza al 7° Reggimento alpini di Belluno ma originario di Cordignano, che ha saputo ristabilire le misure di sicurezza in una situazione critica fuori dai confini nazionali, in Somalia, e del caporal maggiore Stefano Predraneschi, effettivo al Reggimento Lagunari “Serenissima” di Venezia, dopo il suo salvataggio di un turista colto da un grave malore. —

Francesco Dal Mas

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