La ciclovia tra i laghi per proseguire la Monaco-Venezia

VITTORIO VENETO
La “grande pista” ciclabile per gli appassionati europei di cicloturismo. 13 chilometri dalla sella del Fadalto fino a Serravalle. È il grande progetto che sta perfezionando il sindaco Antonio Miatto, insieme ai suoi più stretti collaboratori, in particolare l’assessore Bruno Fasan. Ma c’è un particolare, non indifferente: i costi quasi proibitivi dell’opera. Circa 300 euro al metro, vale a dire 3 milioni e 900 mila euro. «Non è una cifra impossibile», precisa subito il sindaco, «evidentemente la dovremo spalmare su più anni. Ma non troppi, poiché dobbiamo cogliere le opportunità del post pandemia per quanto riguarda il cicloturismo». Si tratta, in sostanza, del tratto vittoriese della Monaco-Venezia che già da qualche estate vede arrivare in città migliaia di appassionati, costretti chi a percorrere l’Alemagna, chi a scendere lungo i sentieri appena tracciati della Val Lapisina, chi ancora a deviare verso il San Boldo se non addirittura per il Cansiglio. «Si tratta di un’opera complessa», puntualizza il sindaco, «perché dovremo attraversare con il nuovo percorso delle proprietà private, alcune delle quali appartengono all’Anas, all’Enel, alla Società Autostrade. Acquisire determinati terreni non sarà semplice, ancorché costoso».
Il nuovo itinerario, infatti, non seguirà il tracciato della statale 51, ma si snoderà attraverso le valli interne e in particolare lungo i laghi Morto, Restello e Negrisiola. Dovrà attraversare la ferrovia e l’Alemagna, quindi saranno necessarie apposite infrastrutturazioni. «Intendiamo attrezzare il percorso», spiega ancora il sindaco, «con ristori e ostelli-rifugio, seppure di piccole dimensioni, magari favorendo la ristrutturazione da parte dei privati delle loro proprietà».
Sarà un punto di riferimento anche la stazione dei treni di Nove di cui il sindaco chiederà la ristrutturazione, con specifica fermata dei convogli ferroviari, per favorire l’arrivo di cicloturisti da Venezia, da Treviso e da altre aree della pianura, sull’esempio di quanto già avviene alla stazione di Santa Croce al lago.
Una volta arrivati a Serravalle, i cicloturisti avranno modo di inserirsi nella frequentatissima ciclopedonale che attraversa la città. In questo modo arriveranno a San Giacomo, dove però manca un tratto di pista per agganciare quella che scende dalla parte sud del quartiere lungo l’Alemagna fino al confine tra Colle Umberto e San Vendemiano. Da qui in avanti i ciclisti avranno a disposizione solo strade cittadine e spezzoni di pista tra un paese e l’altro.
«Per quanto riguarda il nostro territorio comunale», insiste il sindaco, «riteniamo che la pista sia un importante richiamo turistico e sportivo, considerate anche le frequentazioni di quella lungo il Meschio. Siccome constatiamo che sempre più numerose famiglie si dedicano alle escursioni in bicicletta, siamo preoccupati delle loro condizioni di sicurezza per quanto riguarda l’utilizzo della rete stradale. Voglio dire, in altre parole, che scendere lungo i tornanti del Fadalto è una meraviglia, ma è anche di una pericolosità straordinaria. Quindi l’infrastrutturazione interna della Val Lapisina è assolutamente indispensabile». I primi cantieri potrebbero avviarsi il prossimo anno e la pista sarà pronta nella sua interezza «senza dubbio» – afferma l’assessore Bruno Fasan – «per le Olimpiadi a Cortina del 2026». —
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