La centrale di Silea raccoglie i rifiuti e li rigetta a valle

La sporcizia finisce per depositarsi al porticciolo di Casier Mai utilizzata la gru costruita per caricarla sui camion
AGOSTINI TREVISO PARCO DEL SILE, IN FOTO lLACENTRALE IDROELETTRICA A SILEA
AGOSTINI TREVISO PARCO DEL SILE, IN FOTO lLACENTRALE IDROELETTRICA A SILEA

Tra i principali “indiziati” per l'impatto negativo sul Sile ci sono le centrali idroelettriche, come quella di Silea, munita di impianto per la raccolta dei rifiuti mai entrato in funzione. Per costruirlo sono stati spesi ben 144.962 mila euro, (cifra indicata anche in lire, visto che il cantiere è stato aperto dalla Regione Veneto nel lontano 1999). «Uno scandalo, parliamo di un'opera che è stata realizzata con soldi pubblici e che ora è lì che giace incompiuta senza mai essere entrata in funzione», denuncia l'urbanista Raffaela Mulato, consigliera del Parco del Sile.

Alla base dell'abbandono dell'idea e anche dell'impianto stesso per la raccolta dei rifiuti del fiume, ci sarebbe un inghippo burocratico, spiega l'esperta: «Tutto questo è successo perchè gli enti competenti in materia, vale a dire comuni, ente Parco e Regione Veneto, non si sarebbero messi d'accordo per la gestione e per il pagamento dello smaltimento dei rifiuti».

Rifiuti che si sarebbero dovuti trattare come “speciali”, vista la commistione tra componenti organiche e materie plastiche che li caratterizzano. Una trovata “amica” del fiume che si è però incagliata, come l'immondizia sulle grate della centrale.

«Si è persa un'opportunità importante per aiutare il Sile a stare meglio, smaltendo parte di quello che l'uomo per incuria getta nel corso d'acqua», fa presente Mulato.

Secondo il progetto finanziato, infatti, l'immondizia doveva essere raccolta e convogliata a un punto di stoccaggio, un cassone a cesto che grazie a una gru (ancora visibile tra gli alberi) sarebbe poi stato caricato su dei camion e i rifiuti portati in un apposito centro, per il trattamento.

Di tutto questo restano solo dei carrelli arrugginiti, e una postazione di cemento imbrattata da murales e inghiottita dalla vegetazione. Quello che accade oggi, va esattamente nella direzione opposta all'encomiabile idea iniziale. Il materiale che arriva alla centrale viene infatti raccolto con dei grandi bracci meccanici, depositato in una canaletta che fa da nastro trasportatore e scaricato nuovamente dall'altro lato del fiume.

«Gli effetti di questa procedura di ri-scarico nel Sile si vedono più a valle, ad esempio a Casier, dove il porticciolo fa da punto di arrivo per tutta la sporcizia. E per quella che non si ferma lì, prosegue il cammino verso il mare», conclude Mulato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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