La calvizie lo salva dall’errore giudiziario

TREVISO. Può un innocente essere indagato e processato per furto? Ebbene sì. È successo all’agente di commercio Andrea Scattolin, 47 anni, di recente trasferitosi da Trieste a Treviso. Piombato in un incubo giudiziario dal quale è uscito ieri a testa alta, con una sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice monocratico del tribunale di Pordenone Giorgio Cozzarini «per non aver commesso il fatto».
Formula di assoluzione piena condivisa dallo stesso viceprocuratore onorario Beatrice Toffolon, nelle vesti dell’accusa. «Eppure la prova regina, che nessuno ha mai aperto, era lì, sotto gli occhi di tutti», ha ricordato, nella sua arringa finale, il legale Bruno Alderuccio che con Sara Scattolin, sorella dell’imputato e avvocato di professione, ha curato la difesa dell’agente di commercio. Sarebbe bastato un video per scagionare Andrea Scattolin. Il nastro delle telecamere di sorveglianza del negozio Sephora di Pordenone che il 2 ottobre del 2013 hanno ripreso un uomo dalla folta capigliatura (l’imputato è calvo) e dalla corporatura e fisionomia completamente differenti da quelle dell’imputato mentre rubava, in compagnia di una donna, nove profumi del valore di 628 euro.
Uno dei tanti colpi in serie avvenuti in tutta Italia nella catena di profumerie e attribuiti alla coppia dalla polizia giudiziaria di Monza, che aveva aperto l’inchiesta. Del furto a Pordenone si è occupata il pm Annita Sorti. Ci sono stati problemi di notifica: Scattolin ha cambiato residenza da Trieste a Treviso senza comunicarlo formalmente e così non ha saputo di essere stato indagato fino all’anno scorso, quando è cominciato il processo.
E il video? «Nessuno», hanno svelato l’arcano gli avvocati difensori, «lo ha visto, perché serviva uno speciale software, che noi stessi abbiamo fornito poi alla Procura. Siamo riusciti a vederlo per la prima volta noi quando ci siamo affidati a un consulente tecnico specializzato».
In aula, poi, la titolare di Sephora non ha riconosciuto l’imputato: non era l’uomo del video. Come è possibile che l’agente di commercio sia finito nei guai? Per una segnalazione, rimasta anonima, giunta dalla profumeria di Trieste. Qualcuno ha creduto di riconoscere in Scattolin l’uomo segnalato dalla catena per i furti in serie, lo ha seguito e ha preso il suo numero di targa.
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