La barchessa rinasce con mostre, libri e feste di matrimonio

VILLORBA. Fine Ottocento, Giovannina Uccelli è affetta da tisi e cerca l’aria salubre e l’ambiente bucolico che non trova a Trieste. Il marito Giovanni commissiona all’architetto Luigi Zabeo, triestino pure lui, l’edificazione della futura Villa Giovannina a Villorba. Era il 1881, un perfetto esempio di architettura neomedievalista. Diventata nel 2006 proprietà del Comune, da venerdì la comunità può fruire appieno dell'ex dimora della famiglia Uccelli, ripensare alle giornate a cavallo trascorse da Giovannina nel parco modello inglese appena riportato all’antico splendore. La novità è il restauro della barchessa, scuderia e cappella.
Duemila metri quadri in tutto, la metà costruita ex novo. Il progetto è del 2012, i lavori sono durati un anno e mezzo, l’operazione è costata zero euro alle casse del Comune ed è andata a buon fine grazie alla fidejussione Maber (1,1 milioni di euro). La chiesetta sconsacrata (con pregevole madonnina) all’ingresso diventa curiosamente la nuova sala dei matrimoni civili, accanto troverà spazio (previsto un bando) un ristorante. Il resto della barchessa diventa area espositiva e luogo per banchetti, nel nuovo piano superiore con copertura in legno verrà collocata la biblioteca. Il gazebo in mezzo al parco sarà utilizzato per i matrimoni e a pochi passi si trova anche il nuovo Progetto Giovani.
E, per dare ulteriore lustro al restyling, si è scelta una mostra accattivante e con pochissimi precedenti: “Breakfast in Beirut”. Il Medio Oriente raccontato dai media fra stereotipi e preconcetti in contrapposizione al Medio Oriente dell’arte che si perde nella notte dei tempi e meno noto al mondo occidentale. Un viaggio fra artisti egiziani e sauditi che hanno esposto alla Biennale di Venezia: satira e costume, terrorismo e migrazioni, condizione della donna e governo dei militari in Egitto. «La mostra, come il restauro, ci aiuta a guardare avanti», riflette il sindaco Marco Serena. Il restyling è stato curato invece dagli architetti Dario Frosi e Mariapia Bellis.
Un mix di moderno e antico, gli stemmi araldici a sposarsi con legno, acciaio e cemento armato. Un gioiellino la nuova sala matrimoni con le bifore che ricordano il neomedievalismo. La sala espositiva ha gli interni in legno e conduce al nuovissimo primo piano: colpo d’occhio accattivante. I cavalli non ci sono più, ma a Villa Giovannina si torna a respirare l’aria d’inizio Novecento.
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