Jeans con gli occhi a mandorla: i cinesi alla Replay

Sinigaglia cede il 29 per cento della società ai mercati asiatici

ASOLO. Tre anni per tornare a un risultato di bilancio di bilancio positivo, dopo un triennio particolarmente difficile, con l’aiuto di nuovi capitali cinesi. Replay, lo storico marchio fondato da Claudio Buziol nel 1981, conferma l’uscita della famiglia del fondatore e l’ingresso nel capitale del più importante gruppo commerciale cinese: Belle International holding Ltd ha acquisito, ufficialmente, il 29 per cento della società di Asolo (ma, pare, con un’opzione ulteriore fino al 49%) e la gestione del business Replay nel mercato della cosiddetta Greater China, «al fine – recita un comunicato – di accelerare ulteriormente la crescita in questi mercati».

L’operazione, anticipata dal nostro giornale il 13 febbraio scorso, ha comportato la completa uscita di Paola Dametto Buziol, vedova del fondatore, che si è liberata delle quote esercitando un’opzione di uscita prevista dall’accordo siglato in origine con la società che fa riferimento ai fratelli padovani Massimo e Matteo Sinigaglia. La nota diffusa ieri dall’azienda sottolinea che «la governance del gruppo» resta «nelle mani di Equibox Holding», che fa riferimento appunto ai Sinigaglia. Belle International è il maggiore distributore cinese di abbigliamento e scarpe sportive (Nike, Adidas, Puma, ma anche Bata), è quotato dal 2007 alla Borsa di Hong Kong, quando ha capitalizzato oltre cinque miliardi di euro. Fondata nel 1991 a Shenzhen, è gestita interamente da manager cinesi e conta più di ottomila punti vendita in tutta la Cina. Gestisce in proprio i marchi Belle, Teenmix, Tata, Staccato, Senda, Basto, Joy & Peace, Millie’s, Skap, :15Mins, Jipi Japa, Mirabell. E distribuisce nel mercato cinese Bata, Clarks, Hush Puppies, Mephisto, Merrell, Caterpillar ed altri brand minori. I ricavi del colosso cinese sono passati da 16 a 40 miliardi di yuan negli ultimi sei anni, con un incremento nell’ultimo esercizio dell’8 per cento. Un colosso, in tutti i sensi, che dà tutta l’impressione di aver preso il marchio del jeans di Asolo e il mercato potenzialmente più grande. Con questo accordo, formalizzato alla fine di febbraio per ragioni di bilancio cinese, i marchi Replay, Replay & Sons e We Are Replay saranno commercializzati dalla società cinese in tutta l’area asiatica, Giappone escluso.

L’obiettivo è di accrescere sensibilmente i volumi di vendita e tornare ai margini positivi, nell’arco del triennio. I conti di Replay soffrono da tempo il rallentamento dei mercati e qualche evidente difficoltà organizzativa: nel 2013 la società di Asolo ha registrato ricavi per 204 milioni (e sette milioni di euro di perdita), nel 2014 i ricavi sono stati pari a 208 milioni (con una perdita di 29 milioni). Non meglio sembra essere andato il bilancio 2015, chiuso con una nuova perdita, elemento che ha aperto la porta all’uscita - ben remunerata - della famiglia Buziol. Inevitabile anche il sacrificio occupazionale, già annunciato ai sindacati un paio di settimane fa: nella sede asolana sono previsti cinquanta esuberi che le organizzazioni sindacali stanno cercando di gestire con tutte le cautele sociali del caso. Complessivamente, Replay conta circa duecento negozi a gestione diretta in tutto il mondo. L’azienda annuncia anche la volontà di definire alcune importanti nuove partnership strategiche per la gestione dei mercati sudamericani, Stati Uniti e Giappone, «che permetteranno a Fashion Box di rifocalizzarsi sul mercato europeo».

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