Irrorano fitofarmaci sui vigneti a Vittorio, proteste

VITTORIO VENETO. Ma come, in piena emergenza conronavirus, con i vittoriesi prigionieri in casa, ci sono ‘proseccari’ che fanno i trattamenti dei vigneti? Valerio Petterle, medico necroscopo dell’Usl 2, candidato l’anno scorso a sindaco della città per il “Partito dei veneti”, ieri mattina ha protestato vivacemente. Nella campagna, vicino alla sua abitazione, ad Anzano di Cappella Maggiore, poco distante dal confine con Vittorio Veneto, un vignaiolo stava provvedendo ad un trattamento preventivo della propria coltivazione di prosecco.
«UNA PROVOCAZIONE». «Non è possibile, questa è una provocazione – protesta Petterle, a riposo dopo lunghe e faticose giornate di lavoro a riscontrare i poveri corpi delle vittime - nonostante inviti, divieti, circolari, decreti ministeriali nella presente emergenza nazionale, c’è sempre qualcuno che continua imperterrito a coltivare i propri interessi e lascia al prossimo i doveri civili e morali a fronteggiare e risolvere lo stato di emergenza». Dopo aver fotografato da casa l’operazione in essere, Petterle s’è proposto di capire se tanto era permesso. Lo abbiamo chiesto anche noi all’assessore regionale alla Protezione civile e all’ambiente, Gianpaolo Bottacin.
LAVORI CONSENTITI. «Il lavoro agricolo è consentito» è stata la risposta. Ma i trattamenti fitosanitari? A chiarire che cosa sta accadendo in questi giorni nei vigneti è Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, che si prende cura di numerose aziende viticole del territorio. «In questo periodo – spiega - alcuni viticoltori stanno eseguendo un trattamento insetticida su legno di vite per la cocciniglia della vite, parassita che si sviluppa in questa stagione pre-vegetativa in prima generazione. Se non comnbattuto sviluppa 3-4 generazioni su un anno, determinando danni di ritardo vegetativo dei grappoli, imbrattamento vegetazione con melata e sviluppo muffe e peggiora qualità del vino perché dà aromi sgradevoli». In genere il viticoltore si accorge della presenza durante le potature invernali, perché la cocciniglia si ripara e interpone nel legno della vite. Se il parassita è poco presente il viticoltore esegue una lotta naturale meccanica, spazzolando il legno della vite, mentre se la presenza è massiccia allora effettua un trattamento in questo periodo con olio bianco.
L’INSETTICIDA. «Quindi il trattamento alla cocciniglia non è una prassi che si fa dappertutto – precisa Casagrnde - viene effettuato solo da alcuni viticoltori in presenza di massicce presenze dell'insetto nella vite». Soddisfatto il dottor Petterle? «Prendo atto, ma in questi giorni di forte tensione psicologica, con tutti questi morti, non sarebbe il caso, per quanto possibile, di porsi in raccoglimento e – si chiede – di evitare i lavori che non sono urgenti?». —
FRANCESCO DAL MAS. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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