Irina vestita da sposa per l’addio Le lacrime di mamma sulla bara

Cinquecento persone al funerale della ragazza trucidata, tra fiori bianchi e palloncini in cielo Ortodossi e cattolici insieme nella chiesa di San Martino, la commozione degli amici e della gente
Di Diego Bortolotto
Allegranzi Conegliano funerale di Irina Bakal
Allegranzi Conegliano funerale di Irina Bakal

CONEGLIANO. Il pianto disperato di mamma Gaia sul feretro di Irina, questa l'immagine che sicuramente rimarrà per sempre impressa nella mente di chi ieri ha partecipato al funerale di Irina Bacal. La chiesa di San Martino era gremita di persone per dare l'addio alla giovane incinta di sei mesi uccisa dal suo ex. Amici e colleghe di lavoro, ortodossi e cattolici insieme, moldavi e coneglianesi, in cinquecento l'hanno salutata, tutti uniti da un sentimento di profondo dolore. In molti hanno portato fiori bianchi per ricordare Irina, vestita da sposa per l’addio. Anche l'assessore vittoriese alla famiglia e al sociale, Barbara De Nardi, ha deposto delle rose bianche. Con lei c'erano i sindaci di Vittorio e Conegliano Roberto Tonon e Floriano Zambon. Il lutto ha colpito diverse comunità. A dimostrare la vicinanza ai familiari di Irina c'erano anche don Primo Tegolotti, parroco di Formeniga, paese dove era stata abbandonato il corpo senza vita della giovane, e don Celestino Mattiuz, parroco di Godega, paese in cui abitava l'assassino Mihail Savciuc. Insieme a padre Guglielmo Cestonaro hanno concelebrato la funzione funebre che si è svolta con rito ortodosso, guidato dal sacerdote della chiesa Romana ortodossa di Conegliano, padre Damascan. «Irinuta, Irinuta», continuava a ripetere distrutta dal dolore mamma Gaia, sopra la bara bianca e la foto della figlia Irina. Vicino a lei la zia Tamara e la sorella di Irina, Cristina. Tre donne abbracciate per un dolore troppo grande da descrivere, così come tante erano le donne, giovani e anziane, che hanno riempito la chiesa e portato un fiore. Al termine della cerimonia sono stati lanciati in cielo dei palloncini bianchi per simboleggiare l'innocenza di Irina, e altri azzurri a rappresentare quel maschietto che portava in grembo. Anche la polizia ha dimostrato la propria vicinanza umana alla famiglia della vittima. C'erano poliziotti in divisa, ma anche agenti in borghese della squadra investigativa del commissariato. L'indagine non è chiusa e gli accertamenti proseguono. Il funerale si è svolto secondo la tradizione ortodossa, con le litanie pronunciate dai preti attorno alla bara e le candele accese tenute in mano a rappresentare lo spirito della defunta. Parroci ortodossi e cristiani, così come fedeli di entrambe le confessioni, il cordoglio è stato unanime. Al termine sacerdoti e parenti si sono messi in cerchio attorno al feretro per l'ultima invocazione. Domani la salma di Irina Bacal sarà imbarcata su un volo per la Moldavia e sarà sepolta a Chisinau. «Questo è un momento difficile, anche il vescovo Corrado è presente qui spiritualmente - ha detto padre Guglielmo aprendo la veglia funebre - una simile tragedia porta troppi interrogativi senza risposta che si addensano in ciascuno di noi, e fanno piombare in un silenzio incredulo l'intera comunità di Conegliano e della diocesi di Vittorio Veneto. Siamo uniti, chiediamo l'abbraccio del Signore a questa vita spezza di Irina e del suo piccolo Nicola. È un dolore per tutti noi. Evitiamo giudizi, più che interrogarci sulle cause invito a sentirsi vicini ai familiari». Ieri era il giorno del lutto. Il giudizio dovrà essere dato dai tribunali. Mihail Savciuc è accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. I suoi avvocati hanno chiesto la scarcerazione, la famiglia di Irina però non è affatto d’accordo.

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