Ippodromo, concessione rinnovata ma c’era un maxi debito dell’Imu

Il Comune di Treviso ha inviato alla Nordest ippodromi, società che gestisce l’impianto di Sant’Artemio, una ingiunzione di pagamento da 200 mila euro. Chiede il pagamento di ben sei anni di Imu che la Spa dell’ippica avrebbe dovuto versare all’amministrazione per l’utilizzo della pista di Sant’Artemio, e non l’ha fatto. Il contenzioso è finito sul tavolo del tribunale di Treviso dopo l’opposizione al pagamento della Nordest Ippodromi, ma a Ca’ Sugana la causa rischia di aprire ben altri e più problematici scenari, passibili di un esame della Corte dei Conti.
il contenzioso
Tutto nasce dalla convenzione stipulata nel 1986 dal Comune con l’allora Trevigiana Corse Cavalli spa per la concessione trentennale dell’impianto di S.Artemio, proprietà dell’amministrazione ma ubicato nei terreni di Villorba. L’accordo stabiliva che il Comune avrebbe concesso l’immobile a titolo gratuito fino al 2016 e la società avrebbe pagato i lavori per l’allestimento e il miglioramento della struttura oltre a tasse e imposte che Treviso avrebbe anticipato a Villorba, venendo poi rimborsata dalla società. Tutto è filato liscio fino ai primi anni del Duemila quando l’amministrazione ha contestato un mancato pagamento della vecchia Ici, poi saldato. Dal 2013 però il problema si è riproposto: l’ufficio tributi dell’amministrazione ha iniziato a registrare – secondo quanto trapela – un sistematico mancato rimborso dell’Imu che ad aprile 2018 si è tradotto in una maxi cartella esattoriale da 179 mila euro, pari alle «annualità non rimborsate» dal 2013 al 2018. La società si è opposta, portando il Comune in tribunale e contestando in toto la richiesta, ma la giunta di contro ha calcato la mano decidendo a inizio gennaio di riconteggiare il credito e contestare alla Nordest ippodromi non 179 mila euro, ma 210 mila circa. Un salasso.
ma c’è di peggio
Già così la questione è spinosa. Ma nelle pieghe della vicenda sorgono ben altri problemi tutti interni a Ca’ Sugana. Nel 2016, allo scadere della concessione trentennale dell’immobile, Ca’ Sugana e Nordest Ippodromo stipularono un contratto ufficiale concordando una proroga della concessione gratuita in virtù di una serie di lavori che il privato aveva eseguito all’interno dell’ippodromo, e che il Comune riconosceva quantificandoli in ulteriori 4 anni di gestione. L’atto, approvato dall’esecutivo allora guidato da Manildo, venne firmato a inizio febbraio dalla dirigente lavori pubblici e dall’amministratore della società con il benestare anche degli uffici del patrimonio. Solo che in quell’anno – secondo la cartella esattoriale di Ca’ Sugana – Nordest Ippodromi aveva già accumulato un debito da oltre 150 mila euro di Imu non risarcita con il Comune di Treviso. Un debito che nessuno, a quanto pare, fece valere all’atto della stipula della proroga e che oggi è cresciuto portando il “buco” a quasi 210 mila euro.
Lo scenario
Semplificando è come se un affittuario avesse rinnovato l’affitto a un inquilino moroso, incassando ulteriore nuova morosità. Se il tribunale darà ragione all’ingiunzione del Comune cassando la contestazione della Nordest ippodromi, questa ipotesi potrebbe assumere preoccupanti risvolti sulla correttezza dell’operato del Comune.
Federico de Wolanski
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