«Io, malata di Sla a soli 40 anni chiedo aiuto per una carrozzina»

L’appello di mamma Silvia ha smosso molte persone: «Mi serve per muovermi in casa»



La Sla una malattia che lentamente ti toglie la parola, il controllo dei muscoli e l’autonomia, ma che non ha tolto a Silvia la voglia di reagire e combattere per la normalità. Silvia Dall’Antonia compirà 40 anni il 15 febbraio prossimo, una donna che è sempre stata attiva, fra teatro, palestra le uscite con la famiglia e con gli amici. Ma la giovane donna di Negrisia 2 anni fa ha scoperto di avere la Sla.

La sclerosi laterale amiotrofica ha delle pesanti conseguenze sulla vita della persone, comporta la perdita progressiva e irreversibile della normale capacità di deglutizione, della parola e del controllo dei muscoli, con una paralisi che arriva a compromettere i muscoli respiratori. Una patologia terribile e poco conosciuta.

«È una malattia di cui si parla ancora poco e che anch’io non conoscevo molto», racconta Silvia, «in tanti pensano che sia una patologia che colpisce gli anziani, ma non è più così. I casi della fascia dai 30 ai 40 anni sono aumentati tantissimo negli ultimi anni e conosco anche persone di 25 anni che si trovano a dover combattere contro questo mostro. Qualcosa nell’ambiente ha portato all’aumento dei casi, un fattore che può essere legato a quello che mangiamo e respiriamo». La Sla è annoverata come malattia rara nell’eleco delle patologie croniche del ministero della Salute: questo significa che le persone possono usufruire di alcuni servizi. Purtroppo però l’organizzazione dell’assistenza ai malati e i relativi esosi costi gravano sulle spalle degli stessi e delle loro famiglie.

Costi astronomici che una persona si trova ad affrontare per poter cercare di vivere nel modo più normale possibile, senza pesare sulla famiglia. Silvia continua a lavorare a Carbonera: «Per me il lavoro è una favola, i miei colleghi e la mia titolare sono persone meravigliose. Per me lavorare è un sogno, è l’unico posto in cui non mi sento un corpo inerme».

Ma le spese da affrontare sono gravose e la conoscenza sulla malattia e sulle condizioni di chi ne è affetto ancora limitate. Per questo Silvia ha lanciato una raccolta fondi su facebook per far conoscere la sua situazione e smuovere le coscienze. «Da 2 anni sono affetta da una grave malattia che progressivamente annienta il sistema nervoso che a sua volta, non lavorando, porta alla progressiva inattività muscolare. Il suo nome è Sla», ha raccontato Silvia. «Le persone che vedono e conoscono da vicino la mia storia sono molte: dal mio bimbo di 6 anni che vive con me e i miei genitori che mi aiutano in casa a fare qualsiasi cosa, i miei angeli, i miei fratelli, mia cognata, le mie nipoti (sempre pronti e disponibili ad aiutarmi) come anche gli amici, parenti, colleghi e conoscenti che standomi vicino mi fanno capire quanto sia importante quel che ho seminato. Ecco, tutto questo per rendervi coscienti che quando meno te l’aspetti la tua vita può drasticamente cambiare, e non solo la tua, ma anche quella di chi ti sta accanto. L’Usl mi ha fornito in comodato d’uso una carrozzina pieghevole elettrica così da poterla caricare in auto, ma che uso solo all’esterno della casa perché la sua larghezza è maggiore rispetto alla larghezza delle porte di casa: per questo motivo negli spostamenti sono costretta ad avere sempre uno dei miei genitori che mi alzi di peso perché mi manca la forza per farlo da sola e che mi accompagni pian pianino nelle varie stanze».

Profondo l’amore di mamma e papà di Silvia che nonostante l’età, 66 e 76 anni, sono sempre pronti ad aiutare la figlia. Ha proseguito la donna: «L’Usl può fornire un solo ausilio per il trasporto del disabile, quindi quello da usare in casa non me lo passano e ci dobbiamo arrangiare, come molte altre cose che ho dovuto acquistare. Detto ciò sono qui a chiedere senza remore il vostro aiuto, facendomi una gentile donazione, ognuno a modo suo, per permettermi di acquistare una carrozzina fissa elettrica “ultra slim” con base di non più di 58 cm, schienale ribaltabile e con propulsore di alzata (ausilio molto costoso): questo per permettermi di vivere per quel che posso una vita più indipendente».

Un appello lanciato il 26 gennaio e che in 3 giorni ha portato a raccogliere oltre 10mila euro. Una campagna di sensibilizzazione che ha superato i confini non solo regionali, ma anche nazionali. Adesso Silvia potrà acquistare quanto le spetterebbe di diritto. —



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