Inutili e costosi: addio bagni pubblici

Quanti di voi sono mai entrati in uno dei bagni pubblici installati anni fa dal Comune di Treviso nelle zone strategiche di piazzale Burchiellati, Foro Boario e Sant’Andrea? Secondo il Comune di Treviso quasi nessuno (il «quasi» è addirittura un eufemismo). Così Ca’Sugana, dopo alcune consultazioni, ha deciso di eliminarli.
«La ragione è semplice» spiega l’assessore al patrimonio Fulvio Zugno, «costano troppo in termini di manutenzione rispetto a quanto valgono dal punto di vista sociale». Tradotto? «Spendiamo in un anno oltre 700 euro per pulizia, controlli, sistemazioni, e ne incassiamo meno di 40». Il che, tradotto in base alle tariffe in vigore (l’accesso alle due strutture costa 50 centesimi) equivale a dire che ad utilizzare i due «bussolotti verdi», come sono stati rinominati da molti, sono meno di un’ottantina di persone l’anno.
Il problema era già venuto alla luce sei anni fa, quando scoppiarono una serie di polemiche sull’utilizzo e la frequentazione del wc nei giardini di Sant’Andrea, trasformato in una alcova per coppiette, quando non in un angolo buio molto amato dai tossicodipendenti. Già all’epoca l’amministrazione, che a metà degli anni Novanta aveva speso circa 400 milioni per l’installazione dei quattro bagni pubblici (ce ne era uno anche dietro piazza Vittoria, ma è stato rimosso) sottolineò la scarsa rendita delle strutture, decretando che non avrebbe fatto male se il bagno di Sant’Andrea non fosse più stato accessibile. Così è successo, e in città i wc chimici pubblici sono rimasti solo due: al Foro Boario e in piazzale Burchiellati.
La rimozione? Non è questione semplice. Il wc pubblico del Foro boario – praticamente inutilizzato – è l’unico che può essere eliminato senza troppa fatica trattandosi di una struttura mobile. Diverso invece il discorso per il bagno nei giardini di Sant’Andrea «che è una struttura fissa» spiega l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Basso, «e deve essere rimossa con una procedura diversa e costosa». I soldi? Non ci sono, almeno per ora, quindi l’amministrazione in attesa di trovare i residui di bilancio necessari ad attivare gru e operai si limiterà a chiuderli.
Capitolo a sè potrebbe fare invece il bagno pubblico di piazzale Burchiellati. Zugno fa di tutta l’erba un fascio e parla di «rimozione» senza distinguo, ma qualcuno a Ca’Sugana solleva alcune perplessità pensando a chi frequenta il parcheggio, ma soprattutto chi – anziani e famiglie in primis – affolla i due mercati settimanale del mercoledì e del sabato mattina a Borgo Cavalli. Quello di piazzale Burchiellati è infatti l’unico servizio che qualche minimo (minimo) incasso lo fa. Prevarrà la logica del servizio o del bilancio? Il Comune pare abbia lasciato aperto uno spiraglio anche se la struttura, ai più, non piace. E se poi i primi a non aver mai avuto bisogno del bagno pubblico sono gli amministratori... il destino delle strutture pare segnato.
Federico de Wolanski
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