Intossicata da un farmaco Chiede i danni al medico

Ex benzinaia 50enne ha rischiato di morire per un’eccessiva assunzione di litio Sotto accusa un professionista della clinica Park Villa Napoleon. Udienza il 24
Di Giovanni Cagnassi

PREGANZIOL. Soffre di depressione e un medico la cura con il medicnale sbagliato: rischia di perdere la vita una 50enne ex commerciante di San Donà. La donna e la sua famiglia hanno fatto causa al medico che è stato rinviato a giudizio. Si tratta di un medico della casa di cura Park Villa Napoleon di Preganziol, rinviato a giudizio per lesioni colpose, «perchè - come recita il capo di imputazione - nella sua qualità di medico chirurgo, ometteva di monitorare il tasso ematico di litio della paziente, a seguito della somministrazione di un farmaco contenente il litio, procurando alla stessa una intossicazione acuta da cui le derivava uno stato di malattia inferiore a 40 giorni». Il capo di imputazione si trova nel decreto di citazione a giudizio che fissa l'udienza per il 24 settembre presso il Tribunale di Treviso con pubblico ministero Giovanni Valmassoi. La vicenda nasce a seguito del ricovero per disturbi di natura depressiva della paziente presso la casa di cura di Preganziol. La signora, che aveva gestito con il marito un distributore carburanti, era stata sottoposta a cure farmacologiche che prevedevano anche la somministrazione di un farmaco a base di litio, senza considerare il tasso ematico. Migliorate le condizioni era stata dimessa, per poi essere ricoverata d'urgenza presso l'ospedale di San Donà. E qui le è stata diagnosticata una grave intossicazione a base di litio. «Il modus operandi del medico» sostiene il legale della donna, l'avvocato Luca Pavanetto, «potrebbe concretare una grave colpa dovuta ad una probabile ed inescusabile negligenza ed imperizia nell'esercizio della professione medica. Per questo motivo, la famiglia della paziente, che ha amorevolmente seguito la vicenda della congiunta, tutelandola in primis dal punto di vista medico, ora intende ottenere il giusto ristoro dei danni subiti, tutelandola legalmente». «Attendiamo fiduciosi», aggiunge, «il prossimo dibattimento per il quale riserviamo la costituzione di parte civile ed ogni altra azione al fine di ottenere il giusto risarcimento per questa grave intossicazione che ha travolto le condizioni di salute della cliente e cambiato per sempre quelle di vita della sua famiglia».

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