Insegnante anoressica si uccide in ospedale
Insegnante di 48 anni, sofferente di anoressia, sci è uccisa lunedì notte nel reparto di Medicina dell'ospedale De Gironcoli di Conegliano, infilandosi un sacchetto di plastica in testa e lasciandosi lentamente soffocare.

VITTORIO VENETO. Una morte drammatica che, nel silenzio notturno della corsia, nessuno ha potuto impedire.
La vittima è un'insegnante vittoriese di 48 anni, docente in un istituto superiore, che soffriva di disturbi dell'alimentazione e che era stata ricoverata in Medicina per una patologia cronica.
Nessun elemento, nessun indizio poteva far presagire la tragedia. La donna, infatti, non era stata mai ricoverata in Psichiatria, né c'erano state segnalazioni ai medici di stati di depressione o di precedenti tentativi di suicidio da parte della signora.
Nessuna particolare vigilanza, pertanto, era stata disposta nei confronti della paziente.
L'insegnante era stata sistemata in una stanza con un'altra persona, un'anziana non molto lucida. Quando il medico è passato in corsia per l'abituale visita ai malati non c'era nulla di anomalo che potesse far intuire quanto sarebbe accaduto di lì a qualche ora; nulla di strano nel comportamento della donna neppure quando sono passate le infermiere per distribuire la cena e le medicine.
Il dramma si è consumato nella notte: la quarantottenne si è infilata un sacchetto in testa, se l'è stretto al collo e si è lasciata lentamente morire per asfissia. La compagna di stanza non si è accorta di nulla e non ha potuto impedire la tragedia.
L'hanno trovata all'alba, ancora col sacchetto in testa, le infermiere che hanno fatto scattare immediatamente l'allarme. Inutili, purtroppo, tutti i tentativi di soccorso.
La direzione dell'Usl 7, informata dell'accaduto, ha immediatamente denunciato il decesso ai carabinieri di Conegliano. La segnalazione è stata inoltrata a questo punto alla Procura di Treviso che ha disposto un approfondito esame medico sulla donna, per definire con esattezza le cause della morte.
Le conclusioni dello specialista hanno confermato le modalità del decesso, per soffocamento. I magistrati hanno ritenuto a questo punto inutile l'esame autoptico.
Accertamenti sono stati disposti anche su eventuali responsabilità in merito all'accaduto. Gli inquirenti, raccolte le prime testimonianze, sembrano comunque escludere negligenze o omissioni da parte della direzione della clinica De Gironcoli.
La paziente, infatti, non soffriva di problemi pischiatrici, né c'erano stati precedenti ricoveri tali da giustificare un'attenzione particolare nei confronti della paziente. Nessuno, insomma, sapeva che si trattava di una paziente «a rischio». E nessuno ha potuto impedirne la tragica fine.
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