In tribunale per i terreni, il Comune sborsa 47mila euro

VITTORIO VENETO. Oltre il danno, la beffa per il Comune di Vittorio Veneto. Non ha introitato 80 mila euro, quota parte della vendita del terreno in zona industriale alla società Barel Giuseppe e Figli (un affare da circa 250 mila euro). E adesso dovrà pagare circa 47 mila euro di spese legali sostenute dalla stessa società nella causa sostenuta contro piazza del Popolo. Una spesa, quest'ultima, che verrà certificata dalla prossima assise municipale, il 17 novembre. Il 20 giugno 2012, quindi al tempo della giunta Da Re, Barel e soci citavano in Tribunale a Treviso il Comune per accertare l'intervenuta prescrizione del diritto del Comune stesso di ricevere il saldo del prezzo pattuito per la compravendita immobiliare di un lotto in zona industriale, e che nulla era dovuto alla Assimoco Compagnia di Assicurazione e Riassicurazione Movimento Cooperativo S.p.a. in relazione alla fidejussione da questa emessa a garanzia degli obblighi assunti dalla Barel. La giunta Da Re decideva, all'epoca, di costituirsi chiedendo il rigetto della domanda e, in via riconvenzionale, la condanna di Assimoco S.p.a. al pagamento del debito di 80 mila euro. Ma anche l'Assimoco S.p.A. si costituiva in giudizio eccependo la prescrizione e l'estinzione del proprio obbligo. «Quell'atto noi non l'avremmo fatto» commenta, oggi, il sindaco Roberto Tonon, considerata appunto la prescrizione. Ecco, infatti, che il Tribunale di Treviso, con sentenza notificata ai piani alti di piazza del Popolo lo scorso 28 ottobre, ha accolto la domanda dei ricorrenti dichiarando sia l'estinzione per prescrizione del diritto del Comune di Vittorio Veneto al pagamento del residuo prezzo, sia l'estinzione della polizza fidejussoria emessa da Assimoco S.p.A. e condannando il Comune a rifondere le spese legali. Spese che sono state quantificate dagli avvocati Alessandro Alfano e Ludovica De Nardi in 29 mila euro e in 17 mila dai legali dell'Assimoco, per la precisione 46.898 euro. «Era una causa, considerate le premesse, che si poteva evitare o abbandonare - ricorda l'avvocato Alfano - l'amministrazione dell'epoca ha deciso di resistere. Ora il Comune si trova a corrispondere una cifra così alta perché sono ben 7 le parti in causa. E le tariffe, si badi, sono quelle correnti». «La natura della deliberazione consiliare in questione non è propriamente quella di riconoscere la legittimità del debito, che di per sé è già sussistente, bensì - spiega il sindaco Tonon - di ricondurre al sistema di bilancio un fenomeno di rilevanza contabile». Le variazioni di bilancio sommano a 240 mila euro e comprendono anche i 120 mila quale contributo alla costruzione del nuovo Palafenderl.
Francesco Dal Mas
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