«Impugnare la sentenza salvavigne»: colletta della Marcia Stop Pesticidi a Miane

MIANE. Gli ambientalisti fanno squadra. Il Comitato Marcia Stop Pesticidi sostiene le famiglie di Premaor: aperta una raccolta fondi per aiutare le famiglie di via Rive al pagamento delle spese processuali dopo la sentenza del Tar che dichiarato legittimo il nuovo vigneto di Premaor e che impone loro il versamento di migliaia di euro alle parti citate in giudizio. Se la raccolta fondi andrà oltre le aspettative e sarà sufficiente, potrà anche essere impugnata la sentenza di primo grado.
LA PARTITA NON E' CHIUSA
Nonostante, quindi, il Tar del Veneto abbia sancito la legittimità del contestato vigneto in via Rive a Premaor, che ha implicato l’abbattimento di circa 8mila metri quadrati di bosco, della questione se ne parlerà, probabilmente, ancora a lungo. Ieri infatti, il Comitato Marcia Stop Pesticidi ha dato il via ad una raccolta fondi per aiutare le famiglie che hanno cercato di opporsi, per vie legali, alla piantumazione dei nuovi filari di vite a ridosso delle loro case iniziata nel luglio 2019.
«Il Comitato esprime la propria solidarietà e quella di tutto il movimento alle famiglie di Premaor - riporta il comunicato a firma Marcia Stop Pesticidi - famiglie che con grande coraggio e senso civico si sono battute contro il disboscamento della collina. L'amara dichiarazione di una mamma di Premaor faccia riflettere chi ha in mano il futuro dei nostri paesi: "Abbiamo la coscienza a posto. Abbiamo mostrato ai nostri figli le cose per cui vale la pena di lottare. Ci hanno bastonato perchè abbiamo alzato la testa"».
Il Comitato fa appello a tutti i cittadini, i gruppi e le forze sociali per la raccolta di un fondo di solidarietà per il pagamento delle spese processuali che ammontano a migliaia di euro per famiglia» conclude il messaggio riportato sul sito ambientalista, riportando le coordinate bancarie sui cui poter versare il proprio contributo. Intanto, anche su questa vicenda, torna in auge lo scontro tra l’assessore regionale all’ambiente, Gianpaolo Bottacin, ed il consigliere del Pd, Andrea Zanoni. Dopo la sentenza, il braccio destro di Zaia, pur senza mai citare Zanoni, aveva attaccato il consigliere Dem parlando di «pesante strumentalizzazione di qualche politico regionale».
ZANONI CONTRO BOTTACIN
Giovedì la dura replica dell’esponente regionale del Pd: «Un assessore all’ambiente che esulta per la legittimità di un disboscamento di 8mila metri quadrati, per impiantare l’ennesimo vigneto all’interno di un’area vincolata nel cuore del sito patrimonio Unesco delle Colline del Prosecco, dovrebbe chiedersi se non abbia sbagliato mestiere o se sia la persona giusta al posto giusto». —
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