Il voto degli immigrati, 500 contro la Lega

Stranieri, molti problemi all’urna. Kezraji: «Io militante per la prima volta, ho spinto il cambiamento»
PASSERINI TREVISO JIJE HILAL CIRCOLO IN VIA MONFENERA,14/B AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM - Abdallah Kezraji
PASSERINI TREVISO JIJE HILAL CIRCOLO IN VIA MONFENERA,14/B AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM - Abdallah Kezraji

Sono state le elezioni che hanno fatto entrare in consiglio comunale Said Chaibi, italiano di origine marocchina, e Pretty Gorza, di origine indiana. E sono state anche le prime in cui la comunità degli immigrati si è schierata ufficialmente. Il che può sembrare un paradosso, visto che da vent’anni ad amministrare c’era la Lega Nord.

In piazza lunedì sera ad esultare c’era Abdallah Kezraji, il vicepresidente della consulta regionale per l’immigrazione, che proprio da Gentilini pochi mesi fa ha ottenuto la cittadinanza italiana. «Sì, ma era solo uno slogan. Per i leghisti vale un principio: il mio straniero è buono, quello degli altri è cattivo», spiega Kezraji. Secondo i dati in mano al vicepresidente della consulta gli immigrati con possibilità di voto sono stati circa 2.500. Tra essi sono inclusi anche coloro che stranieri non lo sono più avendo ottenuto la cittadinanza italiana. Ma ci sono anche i cittadini dell’Unione Europea residenti, che alle comunali e alle europee hanno diritto di voto. A Treviso principalmente si tratta di Romeni e Bulgari.

«Alla fine sono andati a votare circa in cinquecento. La procedura per i cittadini dell’Ue», prosegue Kezraji, «non agevola la partecipazione. Quaranta giorni prima del voto devono recarsi all’ufficio elettorale per essere inseriti nelle liste temporanee. Molti non lo sapevano. Abbiamo fatto un lavoro di sensibilizzazione, ma di romeni e bulgari alle urne se ne sono visti pochi».

L’azione di Kezraji a favore di Manildo si è concentrata soprattutto negli ultimi due mesi, «alla fine di questi 500, sappiamo che almeno il 75% ha votato Manildo fin dal primo turno. Gli altri si sono divisi tra Zanetti e Mauro. Poi al ballottaggio tutti hanno votato il centrosinistra». E in piazza Borsa lunedì sera è apparso evidente da che parte fossero.

«Fino a queste elezioni non mi ero mai schierato apertamente a favore di un candidato, ma questa volta c’era la necessità di cambiare», prosegue Kezraji. E visto che si fa un gran parlare di una delega specifica all’immigrazione, anche il vicepresidente ha la sua triade.

«Credo che dei buoni assessori potrebbero essere Antonio Calò, Pretty Gorza oppure Gian Mario Bozzo», sostiene.

Il primo è professore di filosofia, da anni attivo nel campo delle relazioni internazionali e direttore scientifico dell’associazione “J. Maritain”, di Gorza già molto si è detto, avvocato, di origine indiana eletta con Sinistra Unita, mentre Bozzo è, tra le altre cose, operatore della Caritas per il microcredito.

«Nel programma di Manildo c’è poi la formazione di una consulta comunale dell’immigrazione. Un nuovo percorso potrebbe nascere anche da li. Vorremmo organizzare una festa etnica di riconciliazione, per rendere più disteso il clima con i trevigiani». Il clima a treviso, insomma, pare cambiato, e anche la comunità straniera integrata ormai da anni cerca il riconoscimento che non gli è mai stato tributato.

Federico Cipolla

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