Il titolare del Mokambo stroncato da un aneurisma a 40 anni

ISTRANA. La speranza era che il suo fisico forte riuscisse a reagire nonostante il difficile intervento chirurgico: purtroppo Lorenzo Terzariol non ce l'ha fatta. È morto ieri alle 6.45 all'ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
Aveva quarant’anni ed era uno di due gestori del ristorante pizzeria Il Mokambo in via Mutton a Ospedaletto. Terzariol si era sentito male martedì mattina nella sua casa di Treviso dove vive con la compagna Alessandra. Nei giorni precedenti non aveva avvertito alcun segnale che in qualche modo lo avesse preoccupato.
I sintomi sono stati uno strano intorpidimento al braccio, oltre a una sensazione di malessere, molto diverso da una comprensibile stanchezza da lavoro. Da qui la decisione di chiamare il 118 che lo ha portato d'urgenza al Pronto soccorso dove gli è stata diagnosticata una dissezione dell'aorta. Immediato l'intervento chirurgico che si è protratto a lungo, dalla mattina fino alle 22, nel tentativo di stabilizzarne le condizioni e porlo fuori dal pericolo di vita. I medici hanno fatto il possibile, ma alla fine la situazione si presentava decisamente precaria. Tutto si giocava sulla sua capacità di reazione o su un miracolo solo un miracolo che purtroppo non è avvenuto. Lorenzo Terzariol lascia i genitori e la compagna Alessandra. Era originario di Mestre, ma da qualche tempo abitava a Treviso. Nel corso della sua carriera di ristoratore aveva lavorato in molti posti: qualche anno fa insieme al padre Sergio aveva preso in gestione il bar Treviso Vip in piazza Santa Maria dei Battuti, dove aveva conosciuto l’attuale compagna. Anche in quel locale Lorenzo aveva dimostrato non solo l'entusiasmo che metteva in ogni cosa, ma anche una grande professionalità nel suo mestiere: sempre alla ricerca del nuovo, del prodotto o della proposta che poteva fare la differenza rispetto ad altri locali. Come del resto ha fatto con il Mokambo a Ospedaletto. Ufficialmente l'avventura con il socio Paolo Pavin è cominciata a gennaio di quest’anno, ma già da qualche tempo i due lavoravano insieme nel locale. Quando il titolare ha deciso di ritirarsi, si sono fatto avanti loro. E anche questa volta la dinamicità di Lorenzo non si è fatta desiderare, anzi. «Era un vulcano di idee», dice Paolo con la voce rotta dal dolore , «voleva fare sempre di più, guardava sempre avanti». La buona gestione del locale traspariva anche nei rapporti di Lorenzo con i tre dipendenti. L'ultimo gesto di gentilezza, di familiarità, con loro e con Paolo, proprio la notte prima di quel martedì in cui è stato portato d'urgenza all'ospedale: concluso il servizio di quella giornata abbastanza dura in quanto praticamente prefestiva visto che il giorno dopo era il 2 giugno, aveva voluto preparare un cocktail per tutti. E per l'occasione aveva voluto stappare la migliore bottiglia di rum che aveva in serbo. Un gesto semplice, a prima vista banale, ma da cui traspariva il carattere di Lorenzo, sempre il primo a mettersi in gioco e a lavorare duramente, ma anche estremamente riconoscente verso l'impegno degli altri. L'improvvisa scomparsa di Lorenzo lascia un vuoto incolmabile nelle persone che l'hanno conosciuto nelle sue diverse esperienze lavorative, dove ha sempre lasciato un ottimo ricordo, come anche nei tanti clienti del Mokambo che non hanno mai mancato di segnalare anche sui social network la sua creatività e il suo spirito di innovazione. Sul suo corpo sarà eseguita l’autopsia dopo la quale verranno fissati i funerali.
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