Il sogno del tram nel futuro di Treviso

TREVISO. Il tram a Treviso? Non è più un sogno, o un recupero del passato, quando la tramvia portata in città da Graziano Appiani tagliava la città da San Tomaso alla stazione ferroviaria.
Rispunta dal Pat, il piano di assetto territoriale appena approvato in mezzo alle polemiche. Una piccola grande sorpresa, perché sin qui, stante anche la segretezza imposta dall'amministrazione comunale sui contenuti, che aveva suscitato le proteste dei consiglieri delle opposizioni, non se ne sapeva nulla.
Ma l'altra sera, al momento della discussione del piano, il progetto di massima elaborato dallo studio Capochin ha aperto il dibattito. Niente di immediato, si affrettano a dire tutti, primo fra tutti il presidente della commissione, il leghista Sandro Zampese.
Ma l’indirizzo c’è, ed è preciso: la suggestione di una mobilità diversa in città, degna delle più grandi città europee e soprattutto di quelle dell'impero austroungarico, c'è tutta, a quasi tredici anni dalla grande rivoluzione del Put.
Il progetto prevede alcuni poli collegabili, e tutti sul lato ovest della città. Due gli itinerari già delineati. Uno va dalla stazione ferroviaria al polo scolastico di viale Europa (liceo scientifico Da Vinci, istituto geometri Palladio, turistico Mazzotti), sfruttando lo spazio del viale, che dalla strada Ovest conclude alla zona degli i impianti sportivi. L’itinerario sfrutterebbe poi una parte del Put, soprattutto quella vicino all'area Appiani
L'altro percorso va dalla stazione all'aeroporto Canova: da quanto è emerso sarebbe trapelata l'ipotesi di una diramazione dal primo itinerario verso ovest, appunto con direzione San Giuseppe e aeroporto Canova.
Un'ipotesi che sembra rimettere in discussione l'antica idea di una ferrovia ad hoc nelle pieghe della metropolitana di superficie, che già voleva recuperare, in quel quadrante, l'antica stazionetta di Santi Quaranta.
Perché tutta questo sbilanciamento sul lato ovest e sul lato nord ovest della città?
Il piano elaborato dallo studio Capochin, padre del Pat, ricorda che sul lato est del capoluogo, sfruttando la linea ferroviaria Treviso-Conegliano e quella Treviso-Oderzo recentemente rilanciata, sono già previste le stazioni dello scalo Motta e di Sant'Artemio. Quest'ultima, peraltro, sembrava assolutamente essenziale ai tempi del progetto della nuova Provincia, ma se n'è persa traccia a Treviso come nel Veneto, mentre il resto del mondo, soprattutto l'Europa, recupera ferrovia e mobilità alternative, ecologiche e più rispettose dell'ambiente. Qui invece fa più comodo parlare di strade, caselli, bretelle.
Il Pdl e Area Popolare, con i consiglieri Luigi Caldato ed Enrico Renosto, hanno chiesto che il percorso del futuro tram sia allungato a nord, lungo l'asse di viale Europa, oltre le scuole, contestualmente al completamento della strada, altro nodo urbanistico irrisolto da decenni.
«La strada va completata e congiunta allo snodo della tangenziale sulla Feltrina, e lì va realizzato un grande parcheggio scambiatore», hanno detto sostanzialmente i due esponenti del centrodestra, che abitano l'uno a Monigo l'altro a Santa Bona, «con il park e il tram il traffico che arriva da Nord e da Ovest può essere fermato alle porte della città».
Il progetto del tram ha tenuto banco nella lunga discussione.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso