Il Signore delle Cime per l’ultimo abbraccio all’alpinista Bottega

CONEGLIANO
Fiorenzo Bottega aveva la passione per la montagna e proprio scalando il Cervino il 14 agosto è morto a soli 52 anni per una tragica fatalità. Ieri nella chiesa parrocchiale di Parè si sono tenuti i suoi funerali. Tra le molte persone che gremivano la chiesa si potevano notare le magliette della scuola di alpinismo della sezione di Vittorio Veneto del Cai (club alpino italiano ndr) di cui era vicedirettore e le delegazioni delle sezioni del club di Conegliano e di Pieve di Soligo con i rispettivi labari.
LA MONTAGNA COME METAFORA
Durante la cerimonia il parroco di Parè, Don Michele Maiolo, si è ispirato sempre al tema della montagna: «Camminando sui monti non siamo soli ma con Dio e durante il cammino cerchiamo gli altri per avere amici con cui condividere il tragitto. Allo stesso modo dobbiamo stare vicino alla mamma di Fiorenzo, Giovannina, a sua sorella Rosetta e a sua nipote Alessia» ha detto il parroco.
CONSOLARE LA MAMMA
Nell’ omelia il sacerdote ha fatto riferimento a tutti i passi del Nuovo e del Vecchio testamento dove si parla della montagna cercandovi motivi di conforto per la famiglia di Bottega e per i suoi amici. Don Michele per descrivere Bottega ha ricordato un passo di un Salmo di Davide. «Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro» ha citato dal testo sacro il sacerdote. «Avere mani innocenti e cuore puro non vuol dire non sbagliare mai, ma essere schietti, sinceri e non propensi a scendere a brutti compromessi. Fiorenzo è stato descritto così da tutti quelli che lo hanno conosciuto» ha commentato il parroco. A fine della cerimonia, prima che l’urna (Fiorenzo era già stato cremato) uscisse dalla chiesa è poi stato intonato il “Signore della Cime”. La tragedia in cui ha perso la vita Bottega si è verificata sul Colle del Leone, a 3600 metri di quota. A dare l'allarme sono stati gli altri tre compagni di cordata, rimasti incolumi. Lo scalatore sapeva bene come muoversi in montagna. Bottega era infatti istruttore nazionale del Cai e vicedirettore della scuola di alpinismo della sezione di Vittorio Veneto.
LA TRAGICA FATALITà
La tragedia della vigilia di Ferragosto ha lasciato increduli e sgomenti gli amici. La sua fine è stata una fatalità non dovuta ad errori tecnici o di valutazione, come hanno confermato le guide del soccorso alpino valdostano a Livio Faldon. —
Gino Zangrando
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso