Il robot genio, ma sottoutilizzato
Il «Leonardo Da Vinci» regge oltre 200 interventi l’anno, ne esegue la metà

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E pensare che il reparto di Urologia di Treviso dispone dai primi mesi del 2015 di uno degli strumenti più avanzati nel campo della robotica chirurgica, il Leonardo Da Vinci.
Ma allo stato, stando alle indiscrezioni, risulta sottoutilizzato: il regime standard contemplerebbe, da parte della macchina (che costa oltre 2 milioni di euro) fino a 200-250 interventi l’anno, ovviamente non solo di prostatectomia.
Ma il reparto trevigiano raggiunge a fatica un parametro di 100-120 interventi l’anno firmati dal robot.
C’è anche questo aspetto, e nemmeno sullo sfondo, su quanto asta avvenendo in queste settimane sul fronte della prestazioni erogate dal San Camillo. Che riguarda ovviamente le strategie aziendali dell’Usl, ma anche lo stesso principio di rendimento degli investimenti
Come mai questo gap? Gli addetti ai lavori dicono che sia evidente la carenza di personale, ma anche di sedute in sala operatoria, e comunque di struttura e di organici. Con il risultato che poi il robot più avanzato è sottoutilizzato, e a colmare la quota mancante del monte interventi provvede la struttura convenzionata o quelle private.
Intanto Leonardo Da Vinci si è confermato un genio della chirurgia mininvasiva, video assistita e robotizzata: non a caso è ritenuto lo strumento più avanzato al mondo nella robotica chirurgica per il cancro alla prostata, specializzato in laparoscopia per l'asportazione dei tumori prostatici, ma anche a collo dell'utero, colon e intestino.
Leonardo è composto da 3 dispositivi che lavorano in sinergia tra loro e in piena armonia con il chirurgo addetto alla regia.
(a.p.)
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