Il Prosecco rilancia Imbottigliamento anticipato per fare fronte alla domanda

La Doc decide di anticipare l’operazione al 15 novembre Dopo il lockdown un recupero oltre le previsioni

CONEGLIANO

Nuova performance dei produttori del Prosecco Doc. Lo stesso giorno in cui festeggiavano le prime certificazioni del Rosè, approvavano la richiesta alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia di anticipare la data dell’imbottigliamento della produzione 2020, precedentemente fissata al 14 dicembre. Richiesta che verrà accolta senza problemi. L’anticipo è al 15 novembre. E questo perché – è stato spiegato alla riunione delle diverse organizzazioni agricole – l’andamento della domanda sul mercato sta dimostrandosi più favorevole, rispetto alle previsioni. Una volta imbottigliato, evidentemente, il Prosecco può essere venduto immediatamente.

In estate, quindi dopo la crisi del lockdown, la domanda era ancora in rosso, ma intorno al 4 per cento rispetto all’anno precedente. Adesso, con la ripresa di bar, enoteche e ristoranti, la domanda ha recuperato, risalendo fino al -1,4%. In queste condizioni gli statistici della Denominazione prevedono di poter vendere dal 16 novembre 526 mila ettolitri. Di nuove bollicine, evidentemente, quelle della più recente vendemmia. E questo perché le giacenze del 2019 si stanno riducendo in virtù del recupero sul mercato.

«La giacenza disponibile al 1° ottobre», fanno sapere in Consorzio, «viene calcolata considerando il prodotto rivendicabile della vendemmia 2019, più la riclassificazione dello stoccaggio Docg (totale 3.363.000 di ettolitri), più la metà dello stoccaggio Doc 2019 (275.000), la quota di vino 2019 utilizzata a dicembre 2019 (239.000) e quella imbottigliata nel 2020 (2.609.000)».

Tutti i presenti hanno votato a favore dell’anticipazione, salvo il rappresentante di Confagricoltura Fvg che si è comunque astenuto. I vertici del Consorzio – dal presidente Stefano Zanette al direttore Luca Giavi, al tecnico Andrea Battistella – hanno colto l’occasione per presentare i dati principali della denominazione e in particolare l’andamento del mercato. La vendemmia 2020 ha garantito 3 milioni e 400 mila ettolitri, nel rispetto della resa fissata in 150 quintali all’ettaro. Se i quintali fossero stati i 180 stabiliti dal Disciplinare, il raccolto sarebbe risultato di 4 milioni e 50 mila ettolitri.

Il Covid ha inciso negativamente per quanto riguarda l’export: una bottiglia di prosecco venduta di partenza a 3 euro di media l’anno scorso, nei primi sei mesi di quest’anno ha perso in valore il 7,8% per cui è stata venduta di media a 2,77 euro. Hanno tenuto le vendite nella grande distribuzione in Italia: il valore a bottiglia è calato solo dell’1,4%: prezzo medio a bottiglia l’anno scorso di 4,63 euro, quest’anno di 4,42.

Sono tre le tipologie di Prosecco Doc consentite da disciplinare. La quota dello spumante, per i primi nove mesi del 2020, è stata dell’82% della produzione totale imbottigliata (nel 2019 era del 84%), il rimanente 18% è stato occupato quasi esclusivamente dalla tipologia frizzante (nel 2019 era del 16%), mentre il tranquillo ha rappresentato una quota molto modesta. Il Prosecco Ddoc spumante, pertanto, è la versione identificativa della denominazione. Un’altra curiosità: a settembre 2020, la quantità di vino imbottigliata ha registrato un incremento dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Ad oggi la media mensile d’imbottigliamento, per quanto riguarda la campagna di commercializzazione 2019/2020, è di circa 296.000 ettolitri. L’anno scorso sono state prodotte 486,7 milioni di bottiglie. —



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