Il prete dei giovani lascia la Cattedrale e il web finisce in tilt

Valanga di messaggi per don Edy, il “faro” dei bisognosi. Tra rock e solidarietà per gli ultimi, dormiva coi clochard

Una vita per i giovani e in mezzo ai giovani, dedicando loro tempo, consiglio e amicizia. Insomma un prete amico, capace di ascoltare, senza giudicare, portando piuttosto con semplicità e attualità la parola di Dio tra le nuove generazioni, spesso lontane dalla Chiesa.

Alla tunica, preferisce t-shirt e scarpe da ginnastica, per stare accanto ai suoi ragazzi, che ora ne rimpiangono il trasferimento. È don Edy Savietto, il vicario parrocchiale della Cattedrale di Treviso nonché cappellano all'università, che lo scorso weekend ha ricevuto dal vescovo Gianfranco Agostino Gardin l’annuncio della nomina di parroco a Olmi San Floriano.

Il passaggio di consegne diventerà effettivo a settembre, ma di fronte alla notizia, centinaia di suoi parrocchiani, in particolare adolescenti, si sono già schierati, esprimendo sul web il proprio dispiacere. Si cela dietro al silenzio, don Edy, che in questi giorni è a Roma, di servizio alla Caritas. Rispondendo al telefono, non commenta la decisione, chiede che sia rispettato un momento «così delicato e per certi versi doloroso».

Ma il segno della sua permanenza a Treviso lo ha lasciato eccome, e non è la prima volta. È già accaduto che fossero in molti a rimpiangerlo, quando se n’è andato da San Martino di Lupari, Comune del Padovano, dove tutti ancora lo ricordano per le sue “scorribande” in autoscontro alle sagre paesane e per le prediche “alternative”. Fresco di ordinazione, dalla parabola del buon seminatore, aveva preso spunto per far vedere ai bambini come nasce il frutto della parola di Dio, e in Duomo si era presentato con tanto di vaso, terra e sementi. E molta tristezza, c’è stata anche quando ha salutato la parrocchia di San Donà di Piave. A restare nei cuori della gente, ogni volta che viene trasferito, è il suo modo semplice di diffondere la fede cristiana, privo di orpelli e cerimoniali altisonanti. Ama infatti stare vicino alla gente, don Edy, scendendo per la strada, tra i gruppi di adolescenti della città, anche suonando la chitarra, ma anche in alcune realtà di confine.

A Treviso è facile infatti incontrarlo alla “Notte dei senza fissa dimora” a servire pasti caldi ai senza tetto nell’oratorio di San Martino, oppure a dormire insieme ai clochard con i sacchi a pelo fuori dalla chiesa di San Zeno.

Sacerdote “illuminato” don Edy descrisse così in una recente intervista, rilasciata a “La Vita del Popolo”, il suo rapporto con i più giovani, ricordando le parole di papa Francesco: «Mi sembra che questo tempo sia favorevolissimo per la Chiesa, siamo chiamati a chiederci come Gesù sta guardando questi ragazzi che hanno una straordinaria energia e, nonostante sembrino indipendenti e indifferenti, in realtà cercano testimonianze autentiche, vorrebbero essere accolti e accompagnati a fare esperienze vere. Sono assetati di verità nella carità e di carità nella verità» e poco oltre: «È vero, questi giovani sono rompiscatole, feriti dalla vita, ma sono anche meravigliosi e non possiamo, anche come preti, correre il rischio di abbandonarli, di perdere la passione educativa nei loro confronti. È difficile, ma qual è la nostra missione se non dare la vita per Cristo e per loro?»

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