Il pm: «My Air, Pompanin va assolto»

Nel 2010, secondo la Procura, era una delle figure chiave del crac della compagnia aerea My Air per aver sovrastimato la perizia con la quale, nel 2006, aveva valutato in 63 milioni di euro il valore di conferimento della società My Way nella neo-nata My Air, la compagnia aerea travolta da cinque fallimenti, un mare di debiti e due arresti eccellenti, eseguiti nei confronti di Vincenzo Soddu e del figlio Luca. Ora, a distanza di sei anni, è lo stesso pubblico ministero a chiedere l’assoluzione per il commercialista trevigiano Luigi Pompanin Dimai, difeso dall’avvocato Giampiero Biancolella.
Il colpo di scena è dovuto principalmente a quanto dichiarato in aula, nel corso del processo a Vicenza, dal consulente Andrea Peruffo, colui che coadiuvò il curatore fallimentare Giovanni Sandrini. Questi ha ammesso in aula di aver sostanzialmente sbagliato le analisi, e quindi le censure, del lavoro fatto da Pompanin. Un’affermazione fondamentale che ha portato il pubblico ministero a chiedere l’assoluzione del commercialista trevigiano. La sentenza del tribunale è ora prevista per il prossimo 23 settembre.
Studio in viale della Repubblica, una rosa di collegi sindacali, una carica di prestigio nel Golf Club di Cortina, lasciata però a ridosso delle indagini sul crac della compagnia aerea, il commercialista trevigiano Luigi Pompanin Dimai ha vissuto anni complicati dal punto di vista giudiziario. Nei suoi confronti la magistratura di Vicenza aveva preso provvedimenti pesanti: divieto temporaneo di esercitare il ruolo di revisore contabile e assumere l'incarico di sindaco. Soprattutto per uno che fino al 2008 dichiarava di ricoprire trentuno cariche _ tra sindaco, liquidatore, amministratore, curatore _ in società di mezza Italia.
La Procura di Vicenza aveva accusato il professionista trevigiano di aver sovrastimato la perizia con la quale nel 2006 valutava in 63 milioni di euro il valore di conferimento della società My Way nella neo-nata My Air. Un trucco che, a parere della Procura proprio per la consulenza del curatore fallimentare Sandrini, avrebbe consentito alla compagnia aerea presieduta dall'ex ministro Carlo Bernini (pure lui all’epoca indagato) di moltiplicare gli intrecci societari alimentando in realtà un castello di carta. Un'architettura che, una volta revocata la licenza per i gravi disservizi della società, è crollata sotto il peso della realtà, lasciando sulla pista 215 milioni di debiti, 160 mila biglietti venduti ma non utilizzati e falsi in bilancio per settecento milioni di euro.
Ora è la stessa Procura a chiedere l’assoluzione per Pompanin. Per il commercialista trevigiana il prossimo 23 settembre potrebbe essere la fine dell’incubo.
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