Il pm chiede di sentire in aula l’ex fidanzata di Barzan

Un incidente probatorio per cristallizzare la testimonianza dell’ex fidanzata di Christian Barzan, la giovane che accusa l’universitario di Quinto di essersi volontariamente schiantato, la notte del 7 giugno scorso, con la sua Alfa Mito contro la Toyota Yaris di Giuseppina Lo Brutto, uccidendola. Lo ha chiesto al gip Mascolo il sostituto procuratore Daniela Brunetti, che ora si occupa del caso.
Com’è noto, infatti, le dichiarazioni della giovane hanno indotto la procura, pochi giorni dopo l’incidente stradale di Povegliano, a chiedere ed ottenere dal giudice delle indagini preliminari Angelo Mascolo una misura cautelare in carcere per Barzan. Misura che, alla luce degli ultimi sviluppi, è stata clamorosamente revocata dal gip, dopo l’interrogatorio del giovane di Quinto, avvenuto in ospedale, e dopo le nuove prove fornite dall’avvocato Fabio Crea, che difende Barzan.
In altre parole, grazie alle nuove prove, la credibilità della ragazza è vacillata e per questo motivo il giudice Mascolo ha deciso di revocare la misura degli arresti in carcere per Barzan e di imporgli l’obbligo di dimora per il solo reato di omicidio stradale.
Sono cadute per il giudice le accuse di omicidio volontario, violenza sessuale, stalking e tentato omicidio. Non per la procura della Repubblica di Treviso, che intende proseguire nel solco tracciato dalle pesanti dichiarazioni della giovane.
Oltre all’incidente probatorio, saranno anche disposti accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare della ragazza. Ai raggi “X” verranno passati i messaggi, le conversazioni telefoniche, gli eventuali filmati registrati nel telefonino della ragazza.
Sarebbero stati proprio i messaggi della giovane a far, per un certo senso, vacillare la sua credibilità. Perché, secondo quanto sarebbe emerso, la ragazza, che accusa il suo ex di stalking, avrebbe lei stessa cercato al telefono il suo ex. Un comportamento quanto meno anomalo per chi è vittima di atti persecutori. «Riesce difficile a questo punto pensare che la vittima si potesse ritenere molestata da Barzan», ha scritto il giudice Mascolo, «che addirittura, aveva azionato il sistema elettronico per bloccare la ricezione dei messaggi da parte della ragazza». Viene poi esclusa un’altra circostanza riferita dalla 21enne, ossia che questa aveva già denunciato Barzan per stalking: «È esclusa dalle risultanze del “Registro di iscrizione indagato”». Per questo, ha aggiunto Mascolo, «risulta grandemente compromessa la credibilità della denunciante» e il magistrato ha aggiunto poi che è «assolutamente urgente che vengano assunti elementi di prova» in relazione ad una telefonata tra la figlia e la madre avvenuta intorno alle 23.30 e cioè venti minuti prima dello scontro.—
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