Il Piave fa paura, sfollate le famiglie

TREVISO.
La tempesta perfetta inizia all’alba di lunedì con il bypass sul Piave, a Ponte della Priula, frantumato dalla violenza della piena. Continua lunedì sera con i temporali le raffiche di vento che accompagnano la maxi evacuazione di circa 1.300 persone che risiedono nelle aree golenali di Comuni in riva al Piave, decisione mai presa prima. Finirà, forse, soltanto oggi a mezzogiorno, quando finalmente si tireranno le somme di tre giorni da tregenda, e se il conto sarà salato lo deciderà il Piave, con la piena prevista per stanotte o stamattina. In una parola: «Un dramma», come ripeteva ieri sera Vincenza Scarpa, sindaco di Susegana, dopo l’ordine di evacuazione ricevuto dalla prefettura.
E pensare che domenica alle 15, quando la Regione annunciava la chiusura al traffico del bypass sul Piave a Ponte della Priula, gli addetti ai lavori parlavano di una sorta di test in un giorno festivo per la viabilità alternativa, con riapertura immediata lunedì o martedì al massimo. È andata diversamente: nella notte di domenica la passerella, che sostituisce il ponte principale in restauro, è andata sott’acqua.
E quando ieri mattina il livello del fiume è sceso, si è scoperto che l’ondata di piena ha completamente sgretolato l’asfalto delle due bretelle che portano al ponte Bailey. Un mezzo disastro: guardrail divelti, carreggiata da rifare, una voragine aperta sulla strada. Un’opera da 1,3 milioni di euro inghiottita dall’acqua del fiume, e finita la fase dell’emergenza inizierà quella delle polemiche, con il comitato Imprenditori Veneti Piave 2000 che da mesi evidenziava le magagne del bypass e i rischi in caso di piogge torrenziali.

Al termine di un pomeriggio, quello di ieri, che tutto sommato aveva registrato precipitazioni modeste (nella Marca), sono arrivate pessime notizie da Busche, nel Bellunese, dove la diga che domenica riversava sul Piave 1.400 metri cubi al secondo ha iniziato a riversarne duemila. «Ci ha telefonato la prefettura, ha chiesto di evacuare immediatamente le famiglie che vivono in area golenale perché Busche sta scaricando una quantità di acqua impressionante» commentava ieri sera Vincenza Scarpa, sindaco di Susegana. Lo stesso avviso è arrivato a Cimadolmo, Maserada, Ponte di Piave e gli altri Comuni rivieraschi, che già da domenica pomeriggio avevano chiesto ai cittadini di tenersi pronti e di raccogliere le proprie cose. A Susegana è stata aperta la Casa degli Alpini a Colfosco, anche a Breda ricoveri di emergenza per chi non aveva parenti in grado di ospitarlo. Se sia stata soltanto una precauzione, le 1.300 famiglie rimaste per una notte senza un tetto lo scopriranno solo stamattina, quando il Piave avrà emesso la sua sentenza. Stamattina scuole ancora chiuse, e cancellato anche il primo turno di lavoro all’Electrolux di Susegana. E oggi sarà un altro test anche per la viabilità, che ieri è stata messa in ginocchio dal maltempo della serata.

Alle 18 di ieri sera si è scatenato un violento fortunale che ha interessato tutta la provincia. Bilancio anche in questo caso pesantissimo. Al netto delle decine di alberi caduti in tutti i Comuni, le situazioni più gravi hanno riguardato la Statale 51 di Alemagna (il Fadalto), chiusa a Vittorio Veneto a causa di una pianta caduta sulla carreggiata, e l’autostrada A27, dove - sempre in Fadalto, sempre a causa del vento forte - prima si è staccato un cartellone dell’autostrada, poi è stata chiusa l’uscita di Fadalto. Vigili del fuoco al lavoro per tutta la notte. E ancora l’incendio alla centrale elettrica di Nove, causato da un albero caduto sui fili elettrici, i blackout che hanno martoriato tutta la provincia, in alcuni casi anche per diverse ore, specie nella fascia pedemontana, gli alberi caduti sulle auto.
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