Il passato riaffiora da mosaici e sarcofagi

Se Treviso oggi esiste lo si deve in gran parte al Sile. Il fiume ha favorito l’insediamento dell’uomo fin dalla Preistoria. Lo testimoniano asce, spade e selci, risalenti prevalentemente all’Età del bronzo, ritrovate lungo le sue sponde, dalle sorgenti di Casacorba al cuore del capoluogo. Le maggiori sorprese della Tarvisium municipio romano, le regala però il centro: in piazza dei Signori sorgeva il Quadrivium, l’incontro tra cardo e decumano, uno dei quali costituito da un primo tracciato lastricato del Calmaggiore. Un’opera commissionata dai “Seviri Augustales” ritratti in una lapide di marmo murata sul campanile del battistero. Fu trovata nel 1760 e l’originale è oggi esposta al museo Diocesano. Tracce di strade romane sono presenti anche in via XX Settembre, nei pressi della chiesa di Santa Lucia e accanto alla versione originale della Fontana delle Tette. L’ex cinema Garibaldi era invece la zona della Domus romana poi convertita in una fortificazione medioevale. In via Canoniche, considerata da molti come la zona termale, sorge uno dei mosaici di maggior pregio, risalente al IV secolo d.c., con disegni di animali, motivi vegetali e la testa di una donna, forse la committente. Resti di mosaici sono stati rinvenuti poi in Corso del Popolo e in piazzetta della Torre (ora a Santa Caterina). Sotto al teatro Del Monaco c’è la necropoli longobarda mentre in via da Modena è stato rinvenuto nel 1959 un sarcofago paleocristiano (è accanto al battistero) con i resti di una bambina e una preziosissima crocetta d’oro con gemma incastonata. Infine, una prima pianta della chiesa di San Vito è presente già nella cartografia medioevale. (v.c.)
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