Il nuovo edificio Due Pomi raddoppierà al piano terra

La società di Giacomo Archiutti ha affidato il recupero all’architetto Trabucco Lavori ultimati fra un anno: è stato acquisito l’adiacente negozio ex Beccherie

Un anno, e il palazzo che un tempo ospitava le antiche mercerie Due Pomi, dietro palazzo dei Trecento, nel cuore più antico della città, tornerà a splendere di nuova vita.

Con un’estensione significativa: la società Treviso Design, proprietaria dell’immobile e che fa capo all’imprenditore Giacomo Carlo Archiutti, ha acquistato anche il negozio che un tempo fu il lato delle vecchie Beccherie verso via San Vito. Al piano terra costituiranno un’espansione del palazzo e dei vani dell’antica merceria (da tre anni trasferita nella poco distante piazzetta sottoportico Dolfin). L’ampliamento al piano terra presenta sin d’ora possibilità di sfruttamento da parte di attività commerciali, dalla ristorazione agli store di ampia superficie.

Il primo piano del palazzo che si affaccia su piazzetta Monte di Pietà è destinato al direzionale, il secondo e il terzo a residenze, con appartamenti di metratura medio-piccola, all’insegna dell’innovazione architettonica, dell’avanguardia tecnologica e del risparmio energetico.

È lo studio dell’architetto Gianfranco Trabucco, affiancato da un pool di valenti specialisti, a firmare il restauro, alle prime operazioni di rilievo.

«L’obiettivo della riqualificazione è duplice», è scritto nella relazione del progetto, «da un lato si mira con le idee a far dialogare la storia del contesto urbano e il recupero con il contemporaneo e l’innovazione; dall’altro a creare un rapporto intelligente e vivo fra le sagome del palazzo e quelle degli edifici circostanti, senza sopraelevazioni e ampliamenti pure possibili con le nuove normative, ma certamente non rispettose della memoria della città e soprattutto dei contesti circostanti, dei loro rapporti e delle proporzioni equilibrate».

Il progetto riordina anche la copertura e crea una terrazza comune con vista su palazzo dei Trecento e la città, in grado di contenere anche gli impianti a scomparsa che liberano spazio aereo e visuali, con molta attenzione agli scorci e agli accessi da vicoli, piazzette (compresa piazza Indipendenza con la “Teresona”) e strade circostanti il palazzo.

Il recupero ricrea tutto l’impianto di due secoli or sono: decorazioni, modanature e stucchi con cui venne arricchita la facciata, e che rivivranno dopo il restauro.

«Lo stabile ha assunto la sua forma attuale, sviluppando in altezza un precedente edificio del Trecento nato come pertinenza del palazzo adiacente che si affaccia su piazzetta Ancillotto», continua la relazione, «sono stati utilizzati materiali, tecniche e linguaggi contemporanei, innovativi ma dentro ai principi della storia della città, questo in particolare al piano terra».

Per l’architetto Trabucco, la «rigenerazione come metodo si attua per la riqualificazione del patrimonio, rendendo l’edificio organismo vivo e disponibile per la città, coniugando le diverse esigenze».

In questo contesto si integra la scommessa sullo spazio commerciale al piano terra, per il quale sono previsti ben tre fronti di esposizione, delimitati da un basamento vetrato che consentirà il rapporto interno/esterno fra edificio e palazzo dei Trecento, scalinata, palazzo della Prefettura e il contesto del Monte di Pietà. Evidenti le potenzialità, per attività che possono andare dalla ristorazione allo store e a boutique di ampia superficie.

Con il recupero innovativo voluto dalla società di Archiutti si completerà la riqualificazione di un altro pezzo importante del centro, per posizione e contesto. —

Andrea Passerini

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso