Il mobilificio Europeo in vendita a 5,2 milioni di euro

All’asta l’enorme scheletro industriale dell'azienda finita al concordato nel 2014. Dava lavoro a 220 dipendenti

CESSALTO. È uno dei più grandi scheletri industriali lasciati dalla crisi sulla mappa trevigiana. Lo stabilimento del mobilificio Europeo, area da quasi 62 mila metri quadrati lungo via delle Industrie a Cessalto, va ora all’asta con un prezzo base di 5,2 milioni di euro.

Travolto dall’implosione del mercato del mobile e dalle difficoltà di liquidità, il mobilificio Europeo è stato ammesso al concordato dal tribunale di Treviso nel febbraio del 2014. Lo stabilimento dava lavoro a oltre 220 persone, per le quali erano stati attivati i meccanismi di ammortizzazione sociale (cassa integrazione straordinaria). Ora, dopo la vendita da parte del liquidatore delle rimanenze di magazzino, tocca al pezzo forte: va all’asta lo stabilimento, sviluppato su un’area di 61.600 metri quadrati, con una parte produttiva coperta di 24.000 metri quadrati e un corpo uffici che, su due livelli, sviluppa una superficie complessiva di oltre duemila metri quadrati. Rimane pure una capacità edificatoria residua di circa 8.700 metri quadrati. Base d’asta: 5.206.400 euro. Per chi fosse interessato, i termini per presentare le domande d’acquisto sono stati fissati alle ore 12 del prossimo 19 giugno, le informazioni dettagliate si possono trovare sul portale dell’Istituto vendite giudiziarie di Treviso (www.ivgtreviso.it).

Le prime avvisaglie delle difficoltà del mobilificio sono arrivate nel 2013 con i contratti di solidarietà per una sessantina di dipendenti, poi la situazione è rapidamente precipitata. I lavoratori avevano dato vita a un lungo picchetto permanente (oltre sei settimane) per cercare di salvare l’azienda lanciando un appello alle istituzioni locali e al Governo. Si sperava nell’intervento di qualche imprenditore interessato a rilevare l’attività, ma rimase solo un’illusione. Poi, il concordato.

L’Europeo era arrivato - all’apice della propria storia - a dare lavoro a oltre 220 dipendenti e a realizzare un fatturato di oltre 43 milioni di euro. Segno distintivo dell’azienda, specializzata nella produzione di camere da letto, armadi, soggiorni, librerie e sale da pranzo, era sempre stata la capacità di innovare modelli e processi produttivi grazie all’attività di ricerca. La società, oltre che con il proprio marchio, operava sul mercato anche con la griffe “Bimax”. La crisi che dal 2009 ha investito il manifatturiero non ha risparmiato il settore dell’arredamento, anzi: l’Europeo è stato travolto, ora resta quell’enorme scheletro industriale in cerca di un compratore.

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