Il ministero è lento Le scuole per adulti rischiano il blocco

Settemila studenti a rischio, le lezioni sono partite ma manca ancora il codice meccanografico (sigla che identifica univocamente ogni scuola italiana) indispensabile per consentire ai Cpia, i Centri provinciali di istruzione degli adulti di Treviso, di avviare le procedure amministrative fondamentali per il funzionamento dei corsi. «Siamo operativi dal punto di vista della didattica ma non sotto il profilo amministrativo e questo sta portando a dei blocchi della nostra attività» denuncia Renzo Trevisin, referente Cpia di Treviso, «il Miur ci continua a garantire che in un paio di giorni ci fornirà il codice. Lo dovevamo avere dal primo di settembre, data di inizio dell’anno scolastico. Le lezioni sono comunque partite il 15 settembre ma ad oggi, ancora nulla».
Notevoli i disagi che la mancanza del codice identificativo, che dovrebbe essere fornito dal ministero dell’Istruzione, sta provocando. «Praticamente, non avere il codice meccanografico significa per noi non poter essere riconosciuti dal ministero e quindi non poter aprire il conto di tesoreria presso la Banca d’Italia, non aprire il protocollo informatico, non poter concludere contratti o acquisti», continua Trevisin. Insomma, ad oggi, se i Cpia della Provincia volessero comprare un gesso non lo potrebbero fare.
Una problematica che, in questi giorni, è stata portata all’attenzione del Governo dall’onorevole Floriana Casellato. La deputata trevigiana del Pd ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. «Di fronte a questa paralisi», ha sottolineato l’onorevole Casellato’ «chiedo al ministro che renda conto in commissione cultura alla Camera di questa grave situazione e che provveda a sollecitare, quanto prima, i funzionari del Miur che devono rilasciare il codice meccanografico. La situazione va sbloccata con urgenza».
Ogni anno le lezioni dei Cpia di Treviso coinvolgono circa cento docenti e 70 collaboratori esterni e vengono realizzate in 70 sedi. Il blocco ricadrebbe indubbiamente su settemila studenti che annualmente si iscrivono ai Cpia, frequentando i corsi serali. Tra loro molti stranieri che aspirano alla certificazione linguistica indispensabile per ottenere il permesso di soggiorno, ma anche minori, dai 16 anni in su, a rischio di abbandonare la scuola, come i ragazzi del carcere minorile.
Valentina Calzavara
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