Il mercato è saturo: stop ai vigneti di Prosecco Docg dal primo agosto

TREVISO. Docg Conegliano-Valdobbiadene e Docg Asolo Prosecco Superiore costrette a bloccare le iscrizioni di nuovi vigneti per contenere la produzione e, quindi, mantenere i prezzi della bottiglia e delle uve a prezzi accettabili. Decisione storica, effettiva dal primo agosto di quest’anno, che si accompagna a quella - per ora respinta dall’assemblea del Conegliano-Valdobbiadene - di ridurre la resa per ettaro dagli attuali 135 a 120 quintali: con i prezzi attuali delle uve, avrebbero circa 2.300 euro in meno a ettaro. Il mondo dei produttori è spaccato.
rischio bolla. I due provvedimenti sono frutto della “tempesta perfetta” che si è abbattuta sul mondo del Prosecco. Prima la vendemmia 2017, più scarsa a causa del clima sfavorevole, con coda di contratti di fornitura modificati al ribasso. Poi il raccolto 2018 sovrabbondante e i prezzi dell’uva crollati - anche le indicazioni per il 2019 sono di questo tenore. Infine la frenata dell’export dopo anni di crescita: nel 2018 le esportazioni del Conegliano-Valdobbiadene Docg sono calate del 9,1 per cento a volume (33,1 milioni di bottiglie, calo fisiologico vista la vendemmia scarsa) e, soprattutto, del 7,8 per cento a valore. Le tensioni internazionali (Brexit e dazi di Trump) non garantiscono stabilità. Insomma, bisogna evitare che ci si ritrovi a primavera 2020 con una quantità di uva eccessiva che il mercato, meno “ruggente” di un tempo, non riuscirebbe a smaltire.
basta vigneti docg. Ecco allora la prima decisione: stop ai nuovi impianti di Prosecco Docg Conegliano-Valdobbiadene dal prossimo primo agosto. Identica decisione per il Prosecco Docg Asolo. L’assemblea dei produttori ha già votato il sì ad ampia maggioranza. «Come Consorzio abbiamo per legge l’obbligo di gestire l’offerta di prodotto, in base alle valutazioni su come sta andando la denominazione» spiega Innocente Nardi, presidente del Conegliano-Valdobbiadene, «considerando che esiste il rischio anche di ulteriori problemi relativi a Trump, Brexit o altro, sicuramente qualcosa dovremo fare. Stiamo predisponendo la domanda in Regione, già approvata dall’assemblea all’unanimità, per il blocco delle iscrizioni di nuovi vigneti al Conegliano-Valdobbiadene dal primo agosto 2019. In assemblea è passato, adesso i nostri funzionari, assieme al Cirve, stanno predisponendo gli ultimi documenti da inoltrare alla Regione». Armando Serena, presidente dell’Asolo Docg, si spinge oltre: «Vogliamo preservare non solo gli equilibri di mercato ma anche la biodiversità, nel nostro territorio devono rimanere anche i ciliegi e gli altri frutteti».
rese e riserva. Docg circolo chiuso, quindi: chi è fuori resta fuori. Anche “chi è dentro”, però, potrebbe essere costretto a rifare i calcoli. Nel Conegliano-Valdobbiadene è stata proposta, infatti, la diminuzione della resa per ettaro, sempre per evitare di trovarsi con una quantità di uva invendibile sul mercato. Lo zoccolo duro dei produttori ha fatto sapere di non gradire la proposta. Consorzio cauto anche in questo caso: «Riduzione della resa? Valutiamo, è prematuro parlarne, devono ancora germogliare le pianteA risponde Nardi, «potrebbe essere uno strumento da utilizzare. Più che riduzione della resa, sarebbe una messa a stoccaggio. Abbiamo la facoltà di tenere in stock una quantità limitata di prodotto per gestire domanda e offerta. Il Conegliano-Valdobbiadene Docg ha acquisito un posizionamento interessante sul mercato, una posizione di qualità e assoluta eccellenza visto che rappresenta il vertice della piramide qualitativa del Prosecco. Il nostro compito è mantenere questa posizione e prevedere azioni in questo senso».
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