Il Menegazzi è terminato «È una festa per la città»

La nuova residenza dell’Israa è costata 11 milioni, tra le sue mura 250 ospiti Manildo: «Vogliamo garantire una migliore qualità della vita fino alla fine»
agostini AG.FOTOFILM treiso inaugurazione casa di riposo menegazzi
agostini AG.FOTOFILM treiso inaugurazione casa di riposo menegazzi
Completato il bel restauro-ristrutturazione della settecentesca villa Lancenigo Zucchelli, il nuovo istituto Menegazzi per anziani è cosa fatta. E la città lo ha festeggiato con una inaugurazione in pompa magna, cui hanno partecipato la dirigenza dell'Israa, gli stessi ospiti e i loro congiunti, nonchè - ci mancherebbe, in tempo di fervore preelettorale - i politici trevigiani. A partire dal padrone di casa, il sindaco Manildo, continuando con i rappresesentanti della Regione (in questi giorni affaccendati con il referendum), ovvero il presidente Luca Zaia e l'assessore Federico Caner e della Provincia (il consigliere Iannicelli in rappresentanza della presidenza). Ma nel giardino della villa, ieri mattina, c'era schierato l'intero arco politico trevigiano e ben s'intende perchè. La spesa complessiva dei lavori è stata importante, quasi 11 milioni di euro, e nessuno se l'è sentita di rinunciare alla propria fetta di merito, tantomeno l'ex sindaco Gentilini, presentissimo.


Le cifre del pianeta anziani Israa sono importantisime al di là della spesa per la Residenza Menegazzi, che ospita 253 degli 850 ospiti degli Istituti riuniti. A questi vanno aggiunti circa 1.100 anziani che ricevono assistenza domiciliare a vario titolo, più i 600 lavoratori che operano all'interno degli istituti stessi. Un mondo di cui ha parlato con scienza e coscienza il presidente Luigi Caldato, che ha ringraziato tutti per l’apporto dato al difficile passaggio “in corsa” dalla vecchia alla nuova struttura. Ha ringraziato l’impresa Setten, il soprintendente Rallo, ma soprattutto il personale che assiste gli anziani, nessuno escluso, in una sorta di “mission” comune. «Siamo l’ultimo ricordo che gli anziani hanno del mondo e dobbiamo sempre esserne degni», ha aggiunto. «Una missione, quella dell’Israa, che negli anni», ha sottolineato Caldato, «percorrerà sempre più le vie dell’assistenza domiciliare, molto richiesta dalle famiglie, nonché della creazione di mini appartamenti per autosufficienti», ha concluso il presidente – il cui mandato scade nel febbraio prossimo – che ha pure spiegato la funzione della villa che fu residenza delle suore e che è appena appena restaurata all’interno del progetto europeo Faber-Fabbrica Europa


«Questo progetto, ospitato in villa – ha detto – è finalizzato a scambi di idee e di soluzioni nel collegamento tra varie strutture europee che si occupano degli anziani. Nonchè alla segnalazione e al reperimento di fonti finanziarie utili a migliorare l’assistenza e l’efficienza». Insomma, un Menegazzi pieno di “passato”, ma proiettato verso il futuro e a caccia di soluzioni che sollevino le famiglie da un peso – quello del carico economico per l’assistenza - a tratti pesante anche se condiviso.


Dopo aver salutato tutti, Zaia per primo, il sindaco Manildo ha detto che la cerimonia d’inaugurazione era “una festa per la città”, ribadendo che una buona vicinanza alla terza età è la dimostrazione che «siamo una città delle persone, in grado di garantire a queste ultime una vita di alta qualita fino alla fine». Per Zaia, che si è richiamato ai detti dei “nostri vecchi”, il lavoro portato a termine al Menegazzi, mantenendo il servizio e contemporaneamente realizzando “il nuovo” è la dimostrazione del fatto che, «operando in modo serio, si riesce a fare bene e fare veloce». Completata la cerimonia, nell’auditorium si è tenuto uno spettacolo nel corso del quale alcuni anziani ospiti hanno dato il loro contributo in termini di “racconto”.


Toni Frigo


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