Il focolaio Aia a Vazzola si allarga: altri 20 contagiati: «Abbiamo seguito le indicazioni dell’Usl»

VAZZOLA. Non si arresta la crescita di contagi all’Aia di Vazzola al termine del round di tamponi completato ieri: l’Usl 2 ha comunicato la positività di altre 20 persone (alcune sono dipendenti della cooperativa Vierre) su 114 test effettuati. Il totale dei lavoratori di Vazzola positivi al coronavirus sale così a quota 218,circa un terzo dell’intero personale.
La quasi totalità dei positivi sono asintomatici, ma il trend preoccupa operai e sindacati. Oggi l’azienda ha convocato le parti e si discuterà degli ultimi dati; non dovrebbero essere prese decisioni drastiche, e l’azienda continuerà a lavorare a metà regime. Dal Gruppo Veronesi, proprietario dello stabilimento e del marchio Aia, ieri è arrivata una nota in cui si spiega che le procedure seguite sono tutte concordate con l’Usl2, in risposta alle polemiche per aver fatto lavorare i dipendenti dopo l’effettuazione del tampone e prima dell’esito.
Le reazioni
L’epidemia continua a dilagare e il sindacato - in questo caso Uila Uil, con Michele Gervasutti - racconta di «operai molto preoccupati, non potrebbe essere altrimenti. La differenza rispetto all’inizio è che ora i dipendenti vengono fermati subito se il tampone rapido è positivo, messi in quarantena e successivamente sottoposti al tampone tradizionale. Ci sono ancora diversi punti di domanda sollevati dalle maestranze, ma per quanto mi riguarda bisogna fidarsi delle autorità sanitarie e alle loro valutazioni tecnico-scientifiche».
Anche la Fai Cisl è sulla stessa linea: «Stiamo seguendo con aggiornamenti continui (che avvengono attraverso il comitato) l’evolversi della situazione» commenta Andrea Meneghel, «fiduciosi che l’Usl con competenza e buon senso valuti la situazione nella maniera più corretta e autonoma possibile». Più scettica, nei giorni scorsi, era stata la Flai Cgil di Rosita Battain, che aveva chiesto di valutare la chiusura dell’azienda.
La risposta dell’azienda
Ieri per la prima volta anche il Gruppo Veronesi è intervenuto sulla vicenda, anche per rispondere alle continue critiche - sollevate dagli stessi lavoratori - sulla gestione del personale, in particolare sulla scelta di non ricorrere alla quarantena preventiva. «Abbiamo sempre lavorato in stretta e trasparente collaborazione con le autorità competenti di cui abbiamo massimo rispetto e fiducia» fa sapere il Gruppo Veronesi, «sono loro che ci indicano chi può essere presente a lavoro oppure no. Si tratta di valutazioni che tengono conto anche delle misure di sicurezza presenti, secondo il principio delle 3M (Mascherine, pulizia Mani, Metro di distanziamento) e valide anche per le persone sottoposte a test».
Oggi pomeriggio, quindi, incontro tra azienda (comitato Covid) e sindacati per fare il punto e decidere le prossime strategie. La speranza è che il decorso del focolaio ripercorra quello della caserma Serena: impennata di contagi ma, altrettanto rapidamente, progressiva negativizzazione dei positivi, guariti nel giro di un paio di settimane. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso