Il dolore per Ciano: «Veglia sui tuoi figli»
Mogliano. Migliorano le condizioni della compagna del motociclista morto sulla strada per Feltre
MOGLIANO. Vasto cordoglio per la morte nell’incidente stradale di Anzù di Luciano Aramini, 55 anni, dj e karateka moglianese. Sabato, sulla statale 348, l’uomo ha perso il controllo della sua Honda, mentre era diretto verso il centro di Feltre. Sul posto il Suem. Ma per il centauro, padre vedovo di due figli, non c’è stato nulla da fare. Per la sua compagna, Paola Titton, 50 anni di Spinea, la prognosi è in via di definizione: non è in pericolo di vita. La notizia della tragedia, sabato sera, ha raggiunto i tanti conoscenti dell’esuberante “Ciano”, noto per la sua attività extralavorativa di dj. Sul suo profilo Facebook è un sovrapporsi di ricordi, condoglianze e messaggi di cordoglio. Il pensiero va ai due figli, di 20 e 17 anni, che perdono il padre a otto anni dalla scomparsa della madre Chiara Tonegato, avvenuta il 17 gennaio 2009. La donna, catechista della parrocchia di San Carlo, nel quartiere Est a Mogliano, era stata colpita da un tumore all’età di 46 anni. «Il destino era già stato crudele con te», è il messaggio che un’amica affida ai social, «Dopo la perdita di tua moglie, la nostra adorata Chiara, hai saputo andare avanti e crescere le tue creature con un amore grande. Ora veglia anche tu su di loro». «Ciao, carissimo Luciano», aggiunge un’altra, «ora farai il dj da lassù. Veglia sui tuoi figli e dà loro la forza di andare avanti». Risuonano le note leggere di una canzone degli Earth, Wind & Fire, “Brazilian Rhyme”: lo chiamavano “Dj Oro” e in molti ricordano le serate al Grest della parrocchia, al vicino locale di piazza della Repubblica, il Calypso, in accompagnamento alla scuola di ballo Caracol del Caribe. Dal 2007, Luciano Aramini si era dedicato anche al Karate diventando una delle anime dell’associazione Ren Bu Kan Mogliano e Preganziol. «Una decina di anni fa si era iscritto con la moglie e i figli», ricorda il presidente, «ed è diventato per noi un vero amico. Era cintura nera primo dan».
Matteo Marcon
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