Il conto dei funerali del rapinatore di Nanto al comune

Al municipio la fattura per la rimozione del cadavere del rapinatore ucciso. La famiglia: «Pagheremo noi»
I funerali di Cassol ad Altivole
I funerali di Cassol ad Altivole

FONTANELLE. La fattura delle onoranze funebri per la rimozione del corpo del rapinatore inviata al Comune: scoppiano le polemiche. Martedì mattina le onoranze funebri che hanno proceduto alla rimozione del corpo di Albano Cassol dalla strada hanno inviato la fattura per il loro servizio, trecento euro, al municipio di Nanto. Indignato, il sindaco Ulisse Borotto ha affermato l’intenzione di volersi rivalere sulla famiglia del rapinatore. A stretto giro di posta è arrivato il commento del legale della famiglia di Cassol, l’avvocato Francesco Murgia, il quale ha espresso la sua certezza sul fatto che la famiglia pagherebbe tale fattura. Dal Comune di Fontanelle nessun commento sulla vicenda.

Blindati i funerali del bandito ucciso dal benzinaio
L'auto della rapina, in alto Casol e soitto Stacchio

Di certo si sa che Albano Cassol e la compagna si erano recati l’ultima volta in municipio a Fontanelle nel dicembre scorso per chiedere una casa ed un lavoro. La coppia inoltre era beneficiaria di alcuni contributi regionali. L’arrivo della fattura dell’agenzia funebre in municipio a Nanto ha lasciato il sindaco di stucco. «Può capitare che, per le famiglie indigenti, sia l’amministrazione a doversi sobbarcare questo genere di spese», ha ammesso il sindaco di Nanto Ulisse Borotto- «la fattura è arrivata ai nostri uffici e ora ci ritroveremo a dover pagare per la morte di quel bandito. Soldi pubblici: denaro che sarebbe dovuto servire alla comunità». Trecento euro non sono tanti ma per il sindaco di Nanto ne fa una questione di principio.

Albanmo Cassol il rainatore ucciso
Albanmo Cassol il rainatore ucciso

Osserva infatti Borotto: «La trovo l’ennesima beffa. Anche perché alle spese per la rimozione del cadavere seguiranno certamente quelle per il deposito della salma all’obitorio. Il Comune pagherà quanto dovuto all’agenzia per il lavoro svolto, poi vedremo se ci sarà modo di rivalersi sulla famiglia del defunto. Anche se temo che quel denaro non ci verrà mai restituito». Sulla questione è intervenuto il legale della famiglia di Albano Cassol, l’avvocato Francesco Murgia, incaricato dai famigliari dell’uomo di accertare eventuali responsabilità da parte di chi ha sparato. «Se quella fattura fosse stata recapitata al campo nomadi di Fontanelle in cui viveva Cassol» ha replicato l’avvocato Murgia «sono convinto che la vedova l’avrebbe pagata, così come verserà il dovuto se il Comune si farà vivo. Non è una donna ricca, manda avanti la famiglia con i ricavati di una bancarella di dolciumi che allestisce nei luna park, ma ha dignità da vendere. Invece il primo cittadino vuole soltanto prestarsi all’ennesima strumentalizzazione di quanto accaduto nel corso della tragica rapina».

Albano Cassol, nomade 41enne, è morto il 3 febbraio scorso al termine di un tentativo di rapina finito male ad una gioielleria. I banditi avevano provato a sfondare le vetrine a colpi di mazza fino a che dal vicino distributore di benzina il gestore del punto Eni Graziano Stacchio aveva imbracciato il fucile e sparato un primo colpo in aria. I banditi, a loro volta armati, avrebbero risposto al fuoco. Il benzinaio avrebbe allora abbassato la mira premendo nuovamente il grilletto e colpendo Cassol ad una gamba e provocandone la morte per dissanguamento.

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