Il Comune vince il contenzioso per l’uso del parco a Villa Spada

REFRONTOLO
Chiuso il contenzioso tra il comune di Refrontolo e i fratelli Peretti, proprietari al 50% di Villa Spada, centrato sull'utilizzo delle aree scoperte: i privati dovranno pagare al comune le spese legali. Il Tribunale di Treviso, con l'ordinanza emessa lunedì 4 agosto, ha sancito la parola fine al contenzioso promosso dalla famiglia Peretti contro il Comune di Refrontolo che vedeva al centro della disputa l'utilizzo del giardino comune di Villa Spada. Secondo i privati, l'amministrazione in questi anni avrebbe utilizzato il parco della storica residenza signorile in maniera tale da non permetterne ai Peretti l'utilizzo famigliare, secondo le prescrizioni contenute negli atti di donazione via via succedutisi nel tempo. Tutto questo, sempre secondo i fratelli Peretti, avrebbe causato una perdita del valore commerciale del loro immobile, decidendo così di portare la vicenda sui banchi dei tribunali. I Peretti sono proprietari della parte più antica della dimora seicentesca simbolo di Refrontolo, mentre l'area della Barchessa è stata donata nel 2014 al comune dalla famiglia Candiani. L'ente pubblico, assistito dall'avvocato Alberto Dalle Ceste, fin dalla prima udienza si è difeso affermando di aver agito sempre correttamente, ma, prima ancora, si era difeso eccependo l'inammissibilità del ricorso per difetto dei presupposti di legge: non si può parlare di utilizzo famigliare per un bene comune. Il procedimento, dopo alcuni rinvii concessi dal giudice per fare in modo che le parti giungessero a un accordo benevolo - mai siglato - ha avuto dunque il suo epilogo con il tribunale che ha accolto integralmente le tesi del legale del comune di Refrontolo, condannando la famiglia Peretti a pagare le spese legali. «Apprendiamo con soddisfazione la decisione del giudice - dice il sindaco di Refrontolo, MauRo Canal - ringrazio l’avvocato Dalle Ceste che fin dall’inizio ci aveva tranquillizzato sul possibile esito del procedimento. Ad ogni modo siamo sempre stati e rimaniamo disponibili ad un accordo per un uso coordinato degli spazi, ma non transigiamo sul fatto che tale accordo debba garantire l’interesse pubblico». —
r.m.
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