Il Calzaturificio Schizzo a passo di tango «Le nostre scarpe nelle sale di tutto il mondo»

la storia
Il fascino dell’artigianato made in Italy a servizio del ballo più sexy del mondo: il tango. Una formula che ha portato il Calzaturificio Schizzo di Cornuda, l’unico laboratorio nella Marca specializzato in scarpe da tango, a vendere le sue superleggere creazioni in tutto il mondo.
«nati quasi per caso»
La storia imprenditoriale del calzaturificio inizia nel 1976 con Pietro De Bortoli e la moglie Mirella Pincin, che fondano la Db sport, specializzata in orlatura conto terzi e in scarpe a rotelle da Hockey per una ditta spagnola. «Poi c’è stata la crisi che ha coinvolto il tessile e il calzaturiero dal 1990, così, dopo una fase di stand by, abbiamo individuato una nicchia di mercato, quella delle scarpe da tango. È capitato un po’ per caso, interagendo con dei ballerini di tango qui in Italia, quando questo tipo di danza non era ancora molto diffuso» racconta De Bortoli. Lo step si è concretizzato quando la Db sport, quindici anni fa, ha scelto di iniziare a produrre con un proprio brand. «Abbiamo registrato il nostro marchio, “Schizzo”, e il nome dell’azienda è diventato è Calzaturificio Schizzo».
l’impresa
È Luciano De Bortoli, figlio del fondatore della Db Sport, a spiegare la strategia con cui il calzaturificio ha saputo resistere nel mercato: «Abbiamo scelto un settore di mercato di nicchia che, viste le dimensioni, non è appetibile per i grandi marchi, lo spazio è minimo per i big, mentre per noi è molto ampio». Oggi le scarpe da tango valgono oltre il 60 per cento del fatturato del Calzaturificio Schizzo, che continua a produrre anche scarpe da hockey e sandali personalizzati. Il laboratorio è un caso imprenditoriale in cui “piccolo è bello” perché, a lavorare a tempo pieno nell’attività familiare ci sono solo due persone: Luciano e la moglie Valentina Rossato. Prima della crisi, l’azienda occupava una quindicina di persone. Ma, con la concorrenza del low cost, il calzaturificio Schizzo ha dovuto riorganizzarsi in modo più agile.
made in italy
A fare la differenza, per i rivenditori tedeschi, inglesi, americani polacchi, francesi, rumeni e russi che scelgono il piccolo laboratorio artigianale, «la qualità delle scarpe create a mano con materiali e pelli esclusivamente italiani». Gli ordini, in quantità variabili, da 50, 60, 70 paia di scarpe, continuano ad arrivare, da parte di commercianti fidelizzati che all’estero sono ben disposti a pagare il costo aggiunto della spedizione, pur di poter esibire in vetrina e poi rivendere le scarpe Schizzo al 100 per cento made in Italy. «Ci tengo ad occuparmi personalmente dei dettagli, insieme a mia moglie Valentina, il mio braccio destro», precisa Luciano, «avevo 14 anni quando ho iniziato a lavorare nel laboratorio, subito dopo la terza elementare». —
Maria Chiara Pellizzari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso