Il bacino di invaso per salvare la Ghirada finisce davanti al Tar

Il cantiere per la messa in sicurezza idraulica del quartiere di San Zeno e della Ghirada potrebbe trovare un inaspettato ostacolo sulla via. Non si tratta di problematiche da cantiere ma di un contenzioso legale. Il bacino di invaso di San Lazzaro, opera necessaria a convogliare e contenere tutte le acque che altrimenti allagherebbero i quartieri a sud di Treviso, è finita infatti davanti al Tar del Veneto.
lo scontro
Il contenzioso risale alla fine del 2020 quando l’azienda florovivaistica Benetazzo, proprietaria del terreno adiacente il cimitero di San Lazzaro, ha presentato ricorso ai giudici veneziani. Era da mesi che la società aveva alzato le antenne sul piano idraulico, e in special modo sull’iter di approvazione del progetto che destinava alla trasformazione in bacino di invaso degli 11 mila metri quadrati su cui rientrava anche la sua proprietà. Aveva manifestato le proprie perplessità anche in sede di dibattito sul progetto preliminare evidenziando come l’intervento sarebbe stato a suo dire lesivo per l’habitat e per la qualità ambientale. Ma le critiche erano state cassate dai progettisti che avevano sottolineato come sia il progetto di riqualificazione della zona una volta trasformata in bacino di invaso, sia la quantità delle acque e la temporaneità delle allagamenti, non avrebbero alterato nulla. Avanti tutta quindi, ma alla Benetazzo non è andata bene ed ha mosso i legali impugnando l’iter autorizzativo legato alla realizzazione del bacino approvato in giunta nel 2019. Il ricorso è scattato, non a caso, poco prima che iniziassero le procedure per l’esproprio delle aree necessarie al completamento del grande progetto di risistemazione idraulica su cui Ca’Sugana lavora da ormai cinque anni (1,8 milioni la spesa).
l’0pera
Non vi è, a quanto trapela, richiesta di sospensiva del cantiere avviato a stralci ormai anni or sono. Ma essendosi anteposto all’avvio degli esprori non sarà certo questione priva di conseguenze per l’iter dei lavori arrivato oggi proprio al limitare del Cimitero Maggiore. Lì resta ora da realizzare la posa della grande condotta che farebbe confluire le acque di San Zeno e della Ghirada nel futuro lago artificiale. Gli invasi, a onor del vero, saranno in realtà due adiacenti: uno – (subito a lavo del muro nord del cimitero) da 2500 metri cubi e 5500 metri quadrati che convoglierà le acque della Ghirada; l’altro da 3 mila metri cubi e 6000 metri quadrati posto subito dopo. Entrambi ricadranno nel terreno oggi alberato tra cimitero e tangenziale.
il parco
L’idea progettuale è quella di realizzare una sorta di parco urbano pubblico sul limitare degli invasi che andranno scavati nell’area e collegati alla rete di tubazioni per essere riempiti all’occorrenza creando di fatto dei laghetti temporanei. «Il progetto valuta in modo dettagliato il valore paesaggistico ed ecosistemico dell’area oggetto d’intervento e si configura come un’occasione per la valorizzazione della stessa» ha spiegato il tecnico incaricato di redigere il piano, Eros Cavallin di Tecnohabitat, «proprio in chiave paesaggistica e di fruizione pubblica del nuovo parco periurbano». Alcuni alberi verranno irrimediabilmente tagliati per lasciare spazio a bacini, quanti si vedrà. —
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