I versi di Leopardi per l’addio a Diana

Anche il cagnolino Tommi ai funerali della ragazza annegata in Trentino. Don Marco: «Incidente assurdo come Nicole»
Prandi S. Vendemmiano, funerale Diana Mazzer Il suo cane.
Prandi S. Vendemmiano, funerale Diana Mazzer Il suo cane.

SAN VENDEMIANO. «Rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi?». Diana Mazzer, la studentessa scomparsa a soli 19 anni, è stata evocata con la poesia A Silvia. Ieri durante la cerimonia funebre, don Marco Favret, vicario parrocchiale di San Vendemiano, ha recitato alcuni versi di Giacomo Leopardi. Il sacerdote ha così voluto aprire la sua omelia, con quella lirica dedicata dal poeta a una ragazza deceduta prematuramente. Diana Mazzer come Teresa Fattorini, colei che viene identificata come la Silvia leopardiana: «O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor?» narra uno dei versi. Ma Diana Mazzer anche come Nicole Bergamo, stesso paese San Vendemiano, coetanee classe 1994, morte a un anno di distanza per «incidenti assurdi e inspiegabili» come ha detto don Marco. Esattamente un anno fa, il 16 agosto 2012, la comunità dava l'ultimo saluto a Nicole Bergamo, deceduta in un incidente stradale mentre si trovava in vacanza a Jesolo. Ieri, 16 agosto 2013, la chiesa di San Vendemiano era di nuovo gremita per l'addio a un'altra giovane studentessa. Centinaia le persone che si sono strette attorno a mamma e papà, al fratello Enrico, la sorella Romina e il suo fidanzato Simone. Diana Mazzer abitava a San Vendemiano in via Leopardi. Domenica scorsa ha perso la vita durante un'escursione in Trentino, in Val di Daone. Un giorno spensierato insieme al suo ragazzo e al suo cagnolino Tommi si è trasformato in dramma. Per salvare il suo inseparabile Tommi è caduta nelle acque gelide di un torrente, perdendo conoscenza e affogando. Il cagnolino, un batuffolo bianco, era in chiesa, per vegliare sulla sua padroncina che nemmeno lui potrà più riavere. La diciannovenne si era appena diplomata al liceo classico Marconi di Conegliano e avrebbe dovuto iniziare l'università. Dai suoi insegnanti è arrivata una commuovente preghiera, mentre una sua ex compagna ha letto uno scritto a nome dell'intera classe. «La sensazione del vuoto ci fa male, la vita è ingiusta» così inizia la lettera dedicata a Diana. «Grazie per la tua dolcezza, per i tuoi abbracci, per i tuoi sorrisi» così gli ex compagni di liceo hanno ripensato a lei «grazie per la tua travolgente energia, la tua spontaneità e l'allegria». Una ragazza «vulcanica, piena di idee e con mille progetti» ha ricordato don Marco. «La tua risata risuonerà per sempre nei nostri cuori» hanno scritto a conclusione della lettera i suoi amici. I suoi compagni hanno portato in spalle il feretro, ricoperto di rose bianche, fuori dalla chiesa al termine della cerimonia. Poi un lungo corteo silenzioso, con diversi volti rigati dalle lacrime, hanno accompagnato la bara verso il cimitero per dire a Diana l'ultimo «ciao». «All’apparir del vero tu, misera, cadesti: e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano» scrive Leopardi nei suoi versi finali a Silvia.

Diego Bortolotto

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