I pazienti di Riabilitazione rispondono a Benazzi «Mai in libera professione»
Rispondono sulla vicenda della chiusura del reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso Daniela Bernardi e Diego Michieletto, che hanno raccontato la loro esperienza in quella realtà.
«Ho letto l’intervista del direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, apparsa martedì 6 luglio sulla Tribuna di Treviso, sul caso di mia figlia Giulia Bottacin in cui sostiene che siamo seguiti privatamente dal dottor Stefano Bargellesi. Per quanto mi riguarda, smentisco nel modo più assoluto di aver portato Giulia a fare visite private dal dottor Bargellesi, né all’ospedale, né in altre strutture. Non sono andata in libera professione. Metto anche a disposizione la denuncia dei redditi con tutte le fatture dei medici che hanno visitato Giulia dal 2014 al 2020» puntualizza in una lettera Daniela Bernardi, mamma di Giulia Bottacin, la giovane finita in coma sette anni fa negli Stati Uniti, a seguito di un incidente stradale, e seguita dal Ca’Foncello dal risveglio alla riabilitazione.
Risponde con una nota scritta anche Diego Michieletto, altro paziente che nei giorni scorsi ha raccontato il suo percorso in Riabilitazione nel 2017 dopo un’emorragia cerebrale: «In risposta alle affermazioni del dg Benazzi preciso che io non ho mai tirato fuori un soldo per andare in libera professione dal dottor Stefano Bargellesi. Sono stato seguito dall’Ulss 2 in tutto il mio percorso di cure fornite nell’ambito del servizio sanitario nazionale pubblico e non ho mai chiesto prestazioni in libera professione».—
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