I “cittadini del mondo” invadono Duomo e Votiva

Cento biciclette partite da Giavera, e 800 persone ad attenderle alle 14.30 in piazza Duomo. Una nuvola di bambini e la bandiera multicolore più grande del mondo con i suoi 200 metri quadri di tela e passa.
La Festa della Cittadinanza promossa da Ritmi e Danze dal Mondo ha animato ieri la città ed è andata oltre le aspettative degli organizzatori, coinvolgendo piccoli e grandi in scatenate danze, incuranti del solleone.
L’obiettivo – testimoniato dalla consegna finale di 200 attestati di cittadinanza ad altrettanti bambini e ragazzi – far emergere in un clima di gioia, tutti i nuovi cittadini italiani presenti nel nostro territorio.
Adulti inseriti nel mondo del lavoro, ma soprattutto bambini nati qui o arrivati piccolissimi, che vengono considerati dalla legge attuale ancora “stranieri”.
Lasciando alla politica il compito di cambiare le cose, chi ha partecipato alla manifestazione ha voluto comunicare che “le differenze arricchiscono e tutti, piccoli o grandi, dobbiamo sentirci cittadini del mondo” come ha sottolineato al microfono Stefano Donà, uno dei fondatori di Ritmi e Danze, che da oltre vent’anni promuove la festa dei popoli sul Montello.
Ora la carovana è itinerante e ieri è giunta nel cuore della città, per trasformarsi in un manifesto vivente di convivenza possibile.
«Una bellissima festa», ha detto sorridendo Pasnim, 10 anni, di famiglia bengalese, nata in Italia (abita ad Olmi) come le sorelline Tasfia 7 anni e Raisa 5.
A loro, come a tutti i bimbi di seconda generazione, è andato il certificato di “cittadini del mondo” consegnato alla Votiva, dove si era spostata la festa.
Musiche, danze e laboratori per i più piccoli. E se qui ha destato curiosità vedere tanti bimbi lasciare le proprie impronte colorate in un telo bianco disteso dai volontari di ArteScalza, più di qualcuno si è commosso in piazza Duomo srotolando la mega bandiera in cui erano state cucite le 146 bandiere nazionali dei migranti presenti nella Marca. Tutti hanno intonato l’Inno di Mameli suonato dalle bande comunali di Nervesa e Villorba, tutti hanno danzato mescolando i balli veneti proposti dai montebellunesi Mercanti di Dogali e i passi afro proposti da Speaker Box Street Party, giunti appositamente da Londra, gruppo eterogeneo composto da Daddy, musicista professionista nato in Brasile e adottato da una famiglia sarda, la mediatrice algerina Melissa e il giamaicano Simon.
Non i soli ad arrivare per l’occasione a Treviso: in piazza anche Amin Nour, somalo e Diana Pesci , dell’associazione Neri Italiani Black Italians, che riprende il soprannome dispregiativo dato agli emigrati italiani in America. Amin, noto regista, ha proiettato alla chiesa Votiva il documentario “Indovina chi ti porto a cena” vincitore del premio nazionale MigrArti 2018.
Non ha voluto mancare neppure Simohamed Kaabour, marocchino che vive a Genova, presidente del Conngi, Coordinamento nazionale nuove generazioni italiane. Tra le tante associazioni che hanno animato la giornata c’è Arte Migrante, che ha lanciato l’invito ad un’altra festa multicolore, domenica 16 nel parco di Villa Margherita. —
Laura Simeoni
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