I Benetton (ri)superano Polegato Nella Marca l'1% dei superricchi

A sinistra i fratelli Benetton sotto Mario Moretti Polegato
Di loro sappiamo cosa fanno, dove vivono, come hanno cominciato, dove vanno a bere prosecco. Sono i miliardari di casa nostra, che ogni anno la classifica della rivista americana Forbes incornicia ad uso della mondiale curiosità. In tutto il pianeta sono 1.210, in Europa se ne contano trecento. Ma se Mosca ne ha 79 e New York 58, l'Italia ne può vantare appena quattordici. Ci sono mister Nutella (Michele Ferrero), mister Luxottica (Leonardo Del Vecchio, praticamente bellunese), il solito Silvio Berlusconi. Dei quattordici italiani - singolare record della nostra terra - ben cinque sono trevigiani, parlano il nostro dialetto e si incontrano nelle nostre stesse osterie. Carlo, Giuliana, Gilberto e Luciano Benetton contano ciascuno un patrimonio stimato in 2,4 miliardi di dollari. Che se in euro suona come 1,7 miliardi, in milioni di vecchie lire fa grossomodo tremila e trecento miliardi. Un'enormità, a vederla con gli occhi dell'uomo della strada. Appena più sotto l'altro miliardario di casa nostra, quel Mario Moretti Polegato che ha inventato, più o meno quindici anni fa, il fenomeno della scarpa Geox: per lui un patrimonio di 2,3 miliardi di dollari (in lire poco più di quattromila miliardi). Verità o leggenda? Sono cifre attendibili oppure queste classifiche sono semplicemente bolle di sapone? Benetton e Polegato sono le due facce del capitalismo di casa nostra, speculari nella loro diversità e nel loro approccio alla modernità. I primi han cominciato a fare maglioni a Ponzano nel 1965 e adesso fanno i soldi con autostrade e aeroporti. Han diviso tutto in parti eguali. Del secondo, di cui si ignorava l'esistenza fino a poco più di dieci anni fa, si può dire che ha costruito il marchio Geox con un'ascesa che ha sorpreso tutti, collocandola in Borsa nel momento giusto (e incassando solo da quell'operazione qualcosa come seicento milioni di euro). Insomma, gli uni (i Benetton) sono i capitalisti diesel, imprenditori dal taglio quasi novecentesco, con l'idea dei restauri, dello sport e della fondazione di famiglia. Ma che non amano i riflettori su se stessi. Il più mondano è Luciano, che se ne sta molti mesi l'anno in giro con la sua barca Tribù, lontano da tutti. L'altro (mister Geox) è il turbo miliardario: si circonda di buone relazioni - dai politici ai premi Nobel - e non manca mai una photo opportunity. La rapidità con cui ha costruito il fenomeno Geox non può essere solo questione di fortuna. Adesso sogna di andare a Wall Street e suonare la campanella di apertura seduta.
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