«Hotel chiuso, piange il cuore Triste trattare così un simbolo»

Parla Antonio Palazzi storico proprietario dell’albergo poi ceduto ai Leiballi Da otto mesi è giallo sulla riapertura invocata da sindaci e categorie 
BORIN VITTORIO VENETO TONINO PALAZZI HOTEL TERME castelfranco obitorio vittorio veneto tonino palazzi
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«Proviamo un grande dolore vedere l’albergo chiuso e abbandonato. Ci piange il cuore». Antonio Palazzi e la moglie Adriana Zigoni provano solo tanta amarezza per il futuro incerto dell’hotel Terme. Lì hanno speso la vita, 39 anni di soddisfazioni e sacrifici, fino al 2013 quando la struttura è stata ceduta ai Leiballi.

Oggi le serrande del Terme sono abbassate. Tutto tace. Lavori di ristrutturazione, recita il cartello affisso sull’edificio. Consegna entro gennaio 2020, ma già due scadenze sono andate a vuoto. «Ci viene da piangere anche ora che le stiamo parlando», prosegue l’ex titolare. «La nostra vita è stata messa tutta nel Terme. I migliori anni li abbiano passati a lavorare lì: ben 39». I coniugi Palazzi lavoravano a Torino poi sono venuti in città per aprire l’hotel. Era il 1974. «La proprietaria dell’immobile, la signora Zaia», racconta Adriana, «che in città era concessionaria della Fiat, veniva spesso a Torino. Ha conosciuto mio marito che lavorava in un albergo e gli ha chiesto di aprire il Terme. Stavano ultimando l’albergo. Cercava una persona all’altezza, perché lei non aveva esperienza in quel campo». È nata così l’avventura del Terme, un albergo simbolo che ha segnato la storia della città. Antonio per tutti “Tonino” Palazzi, originario di Fano nelle Marche, è diventato in fretta il signore della ristorazione e dell'accoglienza, grazie al mestiere imparato a 15 anni quando entrò in una cucina di ristorante. Al Terme, durante la sua gestione, sono passati in tanti, politici, uomini di spettacolo, vip e calciatori. «Tutti personaggi importanti», racconta Adriana che ha lavorato sempre a fianco del marito. «Ricordo bene Marcello Mastroianni, Adriano Panatta, Loredana Bertè, Gianni Rivera, attrici, squadre di calcio in ritiro». Nel 2007 ci fu anche il pranzo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in Prefettura a Treviso. Il menù fu preparato da Antonio Palazzi in persona su incarico ufficiale del Prefetto. Per approvazione, la lista delle portate fu spedita a Roma. Era la prima volta che il cuoco doveva preparare un pranzo per un capo di Stato. Anche se al Terme erano passati vari presidenti del Consiglio e ministri. A Napolitano e agli illustri commensali piacque e destò molta curiosità la patata “comandante”, una specialità del ristorante vittoriese. Nel 2013 cambia la proprietà del Terme e i nuovi titolari decidono di gestire direttamente l’hotel. Palazzi si trasferisce a Castelbrando, al fianco di Massimo Colomban, mentre al Terme subentrano i Leiballi. Dal gennaio scorso la chiusura del Terme con una serie di punti interrogativi. Ufficialmente l’attività dell’hotel era cessata per un periodo di ferie. Così era stato comunicato all’ufficio Iat e all’ufficio attività produttive del Comune vittoriese. Almeno fino al 17 marzo. Poi l’albergo avrebbe dovuto riaprire i battenti a primavera. Invece, un altro stop, fino al 15 luglio, ma la chiusura si è protratta ancora. Adesso si parla di metà gennaio 2020. Riaprirà? Le perplessità rimangono. Troppe volte è stata data per imminente l’apertura salvo poi essere smentita nei fatti. Quel che è certo è che i lavori sono fermi. Intanto c’è il pressing da parte dell’Ascom e del Comune per una ripresa dell’attività. «È vero che si tratta di un privato– ha affermato il presidente Ascom, Michele Paludetti–tuttavia questa chiusura prolungata del Terme ha comportato una perdita di immagine per la città. Quando chiude un albergo in centro non è certo il miglior biglietto da visita». Il problema del Terme è stato recentemente sollevato anche alla riunione dei Comuni della Commissione Unesco della Regione che puntano a rafforzare l’appeal turistico del territorio. —



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