Home Festival, Treviso retrocessa: «Qui solo concerti più familiari»

TREVISO. «Abbiamo cambiato il modo di divertirsi di una nazione... Ora si chiude un ciclo». Scrive così Amedeo Lombardi, il creatore della macchina dell'Home Festival, in una lettera dedicata a tutti i ragazzi e agli spettatori che hanno sfidato la pioggia e qualche bizza del meteo per gustarsi cinque giornate totalmente immersi e travolti da un fiume in piena di concerti. Una riflessione, quella del founder del marchio Home, arrivata qualche giorno dopo la conclusione della nona edizione della rassegna musicale principe dell'estate trevigiana e che annuncia clamorose svolte per il futuro della manifestazione.
eventi familiari. Di lunedì la notizia ufficiale dello sdoppiamento dell'Home per il 2019 (Treviso confermata e la grande novità Parco San Giuliano), mentre ieri, con una lettera appassionata e sentita, Lombardi ha rincarato la dose: «Due case diverse ma che avranno la stessa passione, gli stessi valori e forse anche gli stessi difetti, ma che doneranno entrambe emozioni ed esperienze: una più familiare e l’altra dai tratti più internazionali, ma entrambe parleranno di musica, cultura, società e delle eccellenze Italiane e regionali». C'è forse la concreta possibilità che quel “familiare” sia rivolto a Treviso, con un'implicita e drastica diminuzione della qualità della proposta artistica in terra trevigiana e l'internazionalità invece dedicata tutta a Venezia? La cosa non sorprenderebbe, visti i trascorsi dell'Heineken Jammin' Festival proprio a Parco San Giuliano, dal 2007 al 2011: un evento abituato ai grandi numeri, capace di calamitare in un quinquennio artisti del calibro dei Pearl Jam e di Vasco Rossi, solo per citare i più famosi.
il futuro. Con l'idea ancora aleggiante della concessione definitiva dell'area dell'ex Dogana a Lombardi, quella di ieri del patron dell'Home è una dichiarazione che stride un po' con gli entusiasmi che dovrebbe portare l'edizione numero 10 a Treviso. Quel “familiare” suona infatti un po' troppo come “in formato ridotto”, e un po’ di timore per un ridimensionamento sorge spontaneo. Treviso diventerà la cenerentola del campionato musicale, schiacciata dal peso lagunare? Ancora troppo presto per dirlo; nel frattempo però, le righe di Lombardi sottolineano con grande passione la convinzione di aver completato un percorso di crescita capace di regalare grandi soddisfazioni. «Un ciclo che ha visto questi giorni smentire un ritornello che da troppi anni sento ripetere: in Italia non si possono fare festival (di livello europeo). Beh, ci abbiamo messo nove anni ma l’abbiamo completamente smentito. Camminare in un campeggio sold out con 350 persone arrivate dall’estero e da tutte le regioni italiane. Vedere decine di migliaia di persone per due giorni ballare, cantare, divertirsi, insomma vivere, anche se sotto la pioggia, è stata la più grossa gioia e soddisfazione, che dono a chi continuava ad offendere dandoci dei folli», ha sottolineato Lombardi.
«Per la prima volta ho visto ciò che desideravamo, un vero festival in Italia. Un arcobaleno dipinto sul main stage, un cielo a tratti ostile, la gioia di decine di migliaia di persone, di tutte le età, con vite, esperienze e necessità diverse, ci hanno dato la consapevolezza che siamo davvero un festival internazionale. E le immagini che meglio di tutte sintetizzano quello che voglio dire sono quelle che ho visto venerdì e sabato sera. La gente in coda sotto la pioggia. Davanti al main stage persone giunte anche dall’Australia, e nessuno che si lamentava. È la prova di maturità, la dimostrazione che dopo aver costruito il festival abbiamo anche educato gli Homies, il nostro popolo, a vivere il festival in barba a pioggia, fango e freddo, perché la voglia di stare insieme e divertirsi è più forte di una maglietta bagnata».
ringraziamenti. Lombardi, non dimenticando di ringraziare le centinaia di persone che fanno un lavoro oscuro ma fondamentale dietro le quinte, ha chiuso la sua lettera aperta citando le parole del cantante degli Alt-J, entusiasta della sua esperienza di questi giorni. «Capisci molto di un festival da come è organizzato il backstage. Arrivi qui e trovi catering di ogni tipo, un barbiere, un gelataio, un liutaio, un palco per le jam session e un vero letto. Ti senti a casa».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso