Guerra tra banche sulla nuova apertura

MONTEBELLUNA. Non la definisce una vera e propria invasione di campo, certo che per la Banca di Credito Cooperativo Trevigiano il prossimo arrivo della Banca della Marca, che fa parte sempre del movimento cooperativistico, a pochi metri dalla propria filiale montebellunese è visto come uno sgarbo. Insomma un arrivo ostile. La Banca della Marca aprirà infatti a giorni la filiale in viale della Vittoria, lì dove prima c'era la filiale del Monte dei Paschi. Le insegne ci sono già, le poltroncine sono ancora incellophanate, si stanno mettendo a posto gli apparati elettrici. Una volta finiti i lavori - e manca poco - la nuova filiale della Banca della Marca aprirà i battenti. Ma, attraversata la strada ed entrati in piazza Tommaseo, ecco che c'è la filiale montebellunese del Credito Trevigiano. E al quartier generale di Vedelago hanno gradito poco la mossa dei cugini di Orsago. Parole felpate come è nello stile dei banchieri, ma l'irritazione è evidente. «I fatti si commentano da soli», dice Nicola di Santo, il presidente del Credito Trevigiano, «certo in democrazia e in regime di libera concorrenza ognuno fa le scelte che ritiene più opportune. Io ne avrei fatte altre. E le ho fatte, dal momento che mai ho aperto una filiale a Istrana nonostante sia lungo la statale 53 che collega Castelfranco a Treviso. Evidentemente altri ritengono di fare scelte diverse. Voglio precisare che non siamo in guerra, è una scelta che va rispettata, io personalmente ne avrei fatte altre». Insomma libera concorrenza sì, ma in un mercato che non sta tirando poi molto, la mossa della Banca della Marca di aprire una filiale proprio a Montebelluna e proprio a pochi metri dalla filiale di un altro credito cooperativo, non viene vista di buon occhio dai cugini, che la leggono come una mossa poco elegante. Insomma si rischia di pestarsi a piedi a vicenda. «Ho accolto con una certa sorpresa la decisione della Banca della Marca di aprire la filiale dove c'era il MPS a Montebelluna», commenta Carlo Antiga, presidente di Assicra, la struttura che cura i servizi assicurativi per le banche di credito cooperativo, «Constato con amarezza che è stata presa questa decisione. La prendo come viene, ma di fronte a certi proclami ci si aspettava altri comportamenti. È evidente che in una situazione di libera concorrenza ognuno fa le scelte che ritiene più giuste per i propri interessi, ma era auspicabile che nel movimento cooperativistico ci fosse una reciproca attenzione nelle scelte che si fanno. E quindi pur ribadendo l'importanza della libera concorrenza, rimane la sorpresa per il fatto che non viene compresa l'inopportunità di certe scelte».
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