Guerra del caffè, la Venturato finisce davanti al giudice

Diffamazione, Mokarabia ha denunciato patron e agente della ditta villorbese
La Venturato di via Nobel
La Venturato di via Nobel
 
VILLORBA.
«La vostra azienda è allo sfascio, oberata dai debiti e vi conviene venire a lavorare con noi». Questo, in sintesi, l'avvelenato messaggio che Antonio Venturato, 52 anni, e Vito Menapace, 56, rispettivamente patron e agente della Venturato Caffè, storica azienda trevisana di proprietà de La Coloniali srl - con sede a Villorba in via Nobel 40 - avrebbero pronunciato nel corso di un pranzo svoltosi il 4 gennaio del 2008 al ristorante «Il Cacciatore» di San Michele. Con loro, al tavolo - e questo particolare li ha portati ieri davanti al giudice - c'erano alcuni agenti di commercio di Mokarabia spa, azienda concorrente della Venturato con sede a Granarolo dell'Emilia e di proprietà della famiglia Zanetti, operativa nell'area del Triveneto. Venturato e Menapace - quest'ultimo era stato agente monomandatario di Mokarabia fino a pochi giorni prima - avrebbero detto che l'indebitamento della stessa Mokarabia si aggirava attorno ai 130 milioni di euro e che circa 1600 sacchi di caffè erano fermi in un deposito di Trieste, bloccati a causa dei debiti. Per convincerli ad abbandonare la ditta concorrente, i due avrebbero anche detto agli agenti che l'Audi A8 del loro capo era stata pignorata, che il consiglio dei revisori rifiutava di approvare il bilancio se non dopo il versamento di 10 milioni di euro che attestassero la liquidità dell'azienda e che Mario Zanetti, presidente di Mokarabia, era il «re dei bugiardi». I guai sono cominciati pochi giorni dopo, quando qualcuno ha riferito quelle parole a Mario Zanetti e a suo figlio Marco, amministratore delegato, i quali hanno sporto denuncia nei confronti di Venturato e Menapace, ora sul banco degli imputati perché, «in concorso tra loro miravano a impedire e turbare l'esercizio dell'attività commerciale di Mokarabia». Il danno patrimoniale stimato è di 650mila euro: nove agenti lasciarono Mokarabia, infatti. Venerdì, davanti al giudice Giuseppe Serao, sono sfilati Marco Zanetti e diversi agenti di commercio, alcuni presenti al pranzo. Altri saranno ascoltati nella prossima udienza, a maggio. La difesa di Venturato e Menapace punta a dimostrare che alcune «diserzioni» furono antecedenti al pranzo incriminato e che altri agenti se ne andarono sì, ma non da Venturato. Quel pranzo, insomma, secondo loro, non ebbe conseguenze negative per Mokarabia. (p.t.)

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