Guerra del caffè, assolto Antonio Venturato

La famiglia Zanetti aveva fatto causa per diffamazione e turbativa di mercato: accuse smontate
La battaglia legale ha coinvolto due colossi del caffè di Marca
La battaglia legale ha coinvolto due colossi del caffè di Marca
 
VILLORBA.
Antonio Venturato, 52 anni, e Vito Menapace, 56, rispettivamente patron e agente della Venturato Caffè, storica azienda trevigiana di proprietà de La Coloniali srl - società con sede a Villorba in via Nobel 40 - sono stati assolti dal tribunale di Trento dall'accusa di diffamazione e turbativa nell'esercizio dell'industria nel commercio. I due, difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanni Battista Musca Tomaioli e Carlo Costantini, erano stati denunciati dalla Mokarabia, azienda concorrente con sede a Granarolo dell'Emilia e di proprietà della famiglia Zanetti, altra famiglia storica del caffè di Marca. Erano accusati di aver indotto diversi agenti di commercio, durante una cena, ad abbandonare la Mokarabia affermando che l'Audi A8 del loro capo era stata pignorata e che il consiglio dei revisori rifiutava di approvare il bilancio, se non dopo il versamento di 10 milioni di euro che attestassero la liquidità dell'azienda. I guai erano cominciati pochi giorni dopo, quando qualcuno ha riferito quelle parole a Mario Zanetti e a suo figlio Marco, amministratore delegato, i quali hanno sporto denuncia nei confronti di Venturato e Menapace, finiti quindi sul banco degli imputati perché, in concorso tra loro miravano a impedire e turbare l'esercizio dell'attività commerciale di Mokarabia. La difesa di Venturato e Menapace ha invece dimostrato che alcune diserzioni furono antecedenti al pranzo incriminato e che altri agenti se ne andarono sì, ma non da Venturato, bensì da altri imprenditori del settore. E nel pomeriggio di ieri è arrivata l'assoluzione piena per gli imputati Venturato e Menapace, pronunciata dal tribunale di Trento.

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