Guardia di finanza ecco la nuova caserma

CASTELFRANCO. «Un momento di festa, ma anche di riflessione sul non facile compito di tutelare la sicurezza economico-finanziaria del Paese, a presidio dell’economia sana contrastando i fenomeni illeciti che ne ostacolano la crescita». Così il comandante interregionale dell’Italia Nord Orientale della Guardia di finanza, generale Bruno Buratti, ha sottolineato la cerimonia di inaugurazione e di intitolazione della nuova caserma castellana della Gdf in via degli Olivi.
Una struttura che anche nel nome si lega strettamente alla città, essendo dedicata a un eroe castellano, la guardia Floriano Ziliotto che nel 1918 si guadagnò la Croce di Guerra al valor militare per aver salvato molte vite dall’annegamento nel Piave nei giorni della Battaglia del Solstizio. Una struttura realizzata con i fondi della Gdf e costata circa tre milioni di euro, che permette maggior operatività ai 31 finanzieri che operano in quindici comuni tra Castellana e Asolano.
Alla presenza di parlamentari, consiglieri regionali e sindaci, la tenenza di Castelfranco, attualmente guidata da Angelo Sartori, unica nella Marca ad essere comandata da un ufficiale, ha ricevuto la bandiera dal sindaco Stefano Marcon: «Un’idea buona, quella della nuova caserma, a cui abbiamo dato il nostro contributo per creare un efficace presidio di legalità e sicurezza. Tra i tanti compiti affidati alla Gdf, mi soffermo soprattutto al contrasto alla ludopatia perché si tratta di un aiuto diretto alle famiglie e quindi a tutta la comunità».
Al comandante provinciale Alessandro Serena il compito di illustrare la figura di Floriano Ziliotto, a cui hanno dedicato le loro ricerche anche i bambini di quarta elementare di Salvarosa presenti per ringraziare i finanzieri per aver potuto conoscere «una persona per bene che ha fatto solo il proprio dovere, come voi. Siete i nostri eroi quotidiani». Ma la figura di Ziliotto è stata anche una sorpresa per i suoi familiari, come la nipote Laura Adami, madrina della cerimonia: «Non sapevamo nulla di quello che aveva fatto nostro nonno durante la guerra – dice il nipote Dario Adami – neppure della sua decorazione. Potete immaginare il nostro stupore quando ci hanno detto che gli dedicavano una caserma». —
D.N.
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