«Greta ora dorme, bellissima e serena»

In centinaia nella sala del commiato del Ca’ Foncello per l’addio alla ragazza morta in moto. Il fratello: «Ce l’hanno uccisa»

TREVISO. Lasciare andare qualcuno per sempre non è facile, soprattutto quando è una giovane mamma che lascia anche un bimbo di 6 anni. Greta Benedetti è morta a 24 anni pochi giorni prima di Natale, in un terribile incidente stradale che l’ha strappata ai suoi cari e alla vita. Ieri sono stati in molti a volerla salutare, nella sala del commiato all’obitorio dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.

Sotto un cielo plumbeo si respirava il dolore dei genitori Silvia e Franco, del compagno Samuele e del fratello Andrea. «Ce l’hanno ammazzata», diceva Andrea ripercorrendo quei tragici istanti in cui una macchina domenica scorsa ha tagliato improvvisamente la strada alla sorella sulla Noalese, all’altezza di Santa Maria di Sala.

ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO . CA' FONCELLO OBITORIO, CAMERA ARDENTE BENEDETTI GRETA
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO . CA' FONCELLO OBITORIO, CAMERA ARDENTE BENEDETTI GRETA


Greta, che abitava a Preganziol, viaggiava sulla sua moto, pochi metri più avanti c’era il compagno Samuele che ha udito lo schianto ed è stato tra i primi a soccorrerla. Purtroppo non c’è stato niente da fare, nonostante il pronto intervento del Suem. «Non è stata colpa sua, sono sicuro, lei era prudente, stava attenta, non hanno rispettato la precedenza», ripete Andrea che non si dà pace. In una lettera al nostro giornale sfoga il dolore anche se, precisa, «non voglio far polemiche perché la verità uscirà presto alla luce». Mentre le forze dell’ordine e la magistratura indagano sulle dinamiche dello schianto, la famiglia piange una perdita tremenda. E così i tanti amici e colleghi di lavoro. Alcuni sono arrivati da soli, altri in gruppo portando piante e fiori. «Non ho mai visto così tanta gente venire qui per dare l’ultimo saluto ad una persona», commentava il personale dell’obitorio, stupito per l’enorme afflusso iniziato prima delle 9 del mattino e proseguito fino alle 14.

Tra le tante persone in lacrime si notavano uomini e donne con le divise del Suem, il servizio urgenza ed emergenza 118, con cui i genitori di Greta collaborano, attraverso la Croce Verde di Montebelluna. E poi c’era il gruppo cinofili poiché la giovane si era iscritta al corso per addestrare i cani alle operazioni di soccorso. «Noi abbiamo un labrador e Greta studia per addestrarlo». Andrea usa proprio il verbo al tempo presente. Non riesce a concepire di non vederla più, con il suo sorriso, la gentilezza, la disponibilità verso gli altri. Greta lavorava nel sociale come operatrice sanitaria ed era anche molto attiva nel volontariato.

Decine le firme nel libro dei ricordi e tanti i pensieri rivolti ad una giovane anima strappata troppo presto al suo piccolo Chris. Ieri distesa nella bara traboccante di pizzo bianco Greta sembrava dormire. Bellissima e serena. Attorno a lei corone e mazzi di fiori, soprattutto rose gialle, rosse e bianche. Un tripudio di profumi in cui annegare le lacrime di chi l’ha tanto amata. Tra i petali colorati spiccavano le foto di lei sorridente, abbracciata al compagno Samuele, oppure appoggiata al bordo della piscina,felice insieme al figlioletto. Momenti beati di un’esistenza spezzata, che ha lasciato sotto l’albero di questo Natale un vuoto smisurato. Eppure ciò che rimane impresso nella mente e nel cuore di chi ieri è stato a salutarla è quel suo dolce sorriso che non si dissolverà, neppure dopo l’estremo saluto avvenuto ieri alle 15 nel cimitero di Caerano che ospita la tomba di famiglia. —


 

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