Golena, un rientro amaro «I rimborsi? Solo spiccioli»

Alcune famiglie hanno perso tutto: «Andarsene? Le case costano troppo»  Saverio Ammirati: «Per l’alluvione del 2018 abbiamo visto poco o nulla»
agostini agenzia foto film ponte di paive maltempo esondazione piave in foto roberto zanot
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PONTE DI PIAVE

Passa la paura in golena, rimane la rabbia e la rassegnazione degli abitanti. Sono stati giorni intensi per i residenti di Ponte di Piave, Salgareda, Zenson e San Biagio di Callalta, giorni dedicati alla pulizia delle abitazioni invase dal fango del Piave. Dopo la paura di domenica notte, restano rabbia e amarezza. «Stiamo calcolando i danni - spiega Roberto Zanot, che vive in via Zattere, golena di Ponte di Piave- penso che tra elettrodomestici, preventivi dell’elettricista, idraulico e imbianchino andremo a spendere sui 30mila euro e questa è una stima al ribasso. Quando è stato lanciato l’allarme la comunicazione affermava che vi fosse una portata di 850 metri cubi al secondo. Dopo i lavori eseguiti dalla Regione nel tratto di Piave a Salgareda, 850 metri cubi non avrebbero creato alcun problema. In realtà si trattava di 1500 metri cubi e questo ha cambiato le cose. Senza contare che la piazzola lungo l’argine, che dopo i fatti del 2018 era stata destinata ad area di ricovero per i mezzi degli abitanti della golena è ora un’area coltivata, ho rischiato di impantanarmi. Bisognerebbe ripristinarla alla sua funzione originale».Come nell’alluvione del 2018 alcuni animali da cortile hanno perso la vita. «Alcuni polli sono finiti in acqua e sono morti, per me una perdita di 300 euro- racconta Saverio Ammirati, che vive in via Zattere-abbiamo buttato i pochi mobili rimasti al pianoterra e fortunatamente i miei figli mi stanno aiutando a ripulire, ci vorrà del tempo per eliminare tutto il fango da dentro casa. Dopo i danni del 2018 è tornato ben poco nelle nostre tasche. Iniziamo ad essere stanchi. Tiriamo avanti con la mia pensione e con le galline». A Casa Parise, a Salgareda, sono partite le prime pulizie da parte di un gruppo di volontari. «Chi vive in golena sa che sono fenomeni che possono accadere - racconta la famiglia Cenedese a Sant’Andrea di Barbarana - c’è anche da dire che una volta non accadeva così spesso, con mio nonno in trent’anni l’acqua non era mai entrata in casa, adesso capita quasi tutti gli anni. Questo mi fa credere che la manutenzione necessaria non è stata fatta. La soluzione è uscire, ma le case fuori hanno dei costi proibitivi per noi e alla fine si rimane qui sperando che prima o poi trovino una soluzione». —



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